Pubblicato il 02/03/2016, 12:03 | Scritto da La Redazione
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Per un pugno di euro la Rai ha perso Morricone – Rai, Maritan guiderà la nuova direzione creativa

Per un pugno di euro la Rai ha perso Morricone – Rai, Maritan guiderà la nuova direzione creativa
Il compositore premio Oscar: “Mai più con la tv pubblica”. Offerta da 10mila euro al maestro, e lui: “L'orchestra costa minimo 40”. E poi il direttore generale ha fatto nuove nomine.

Rassegna stampa: Libero, pagina 11, di Francesco Borgonovo.

Per un pugno di euro la Rai ha perso Morricone

Il compositore premio Oscar: “Mai più con la tv pubblica”. Offerta da 10mila euro al maestro, e lui: “L’orchestra costa minimo 40”. Però gli stipendi faraonici per i dirigenti amici di Renzi ci sono…

La cosa più divertente è che lunedì la Rai ha dedicato a Ennio Morricone una giornata celebrativa. Nel comunicato stampa si leggeva: «Per celebrare il premio Oscar a Ennio Morricone per la colonna sonora del film The Hateful Eight di Quentin Tarantino la Rai dedicherà al Maestro parte della sua programmazione di oggi lunedì 29 febbraio sui canali generalisti e tematici». Hanno scritto addirittura Maestro con la «M» maiuscola, si sono proprio sprecati. Solo che, mentre a Viale Mazzini saltavano sulla carriola del vincitore ed estraevano dai cassetti la retorica di prammatica, Morricone in persona rifilava alla televisione di Stato una bacchettata sui denti, quella sì degna di un vero Maestro. Intervistato dal Corriere della Sera, il compositore ha detto testualmente: «Con la Rai ho chiuso». Il motivo è che lo hanno trattato a pesci in faccia. «L’ultima volta mi hanno cercato per un’opera di Alberto Negrin», ha spiegato Morricone. «Mi hanno detto: “Ci sono 10mila euro per lei e per l’orchestra”. Ora, io posso anche decidere di lavorare gratis per la tv del mio Paese, ma i musicisti vanno rispettati. Incidere una colonna sonora con un’orchestra costa almeno 20, 30, forse 40 mila euro. È stato un momento di grande imbarazzo. Così ho dovuto dire: basta, grazie».

Il musicista si è talmente risentito da escludere ogni possibile ritorno di fiamma. Non crede che sarà mai richiamato dalla Rai, ma se dovesse accadere, pare di capire che rifiuterebbe la proposta: «È una storia finita. Li capisco. Sono ristrettezze necessarie, le condivido anche; ma non posso chiedere ai musicisti di suonare a loro spese». Dunque c’è poco da celebrare. La televisione pubblica si è lasciata sfuggire il più celebre compositore italiano, fine della fiera. Lo vedremo magari in qualche emittente d’Oltreoceano. O in qualche altro Paese più attento di noi alla cultura che conta. Quentin Tarantino ha dovuto pregare e attendere anni prima di convincerlo a lavorare su un suo film. Hollywood, dopo l’Oscar alla carriera, gli ha concesso un altro premio e si è sciolta in un lago di applausi domenica notte. E l’Italia che fa? Organizza un festeggiamento peloso sulle reti «generaliste e tematiche». Questo è il modo in cui si difendono le eccellenze italiane. Niente male. Dice: c’è la crisi, mancano i soldi, bisogna tirare la cinghia. Verissimo. Concedersi Morricone è un lusso, anche perché un conto è chiedergli la colonna sonora per un film da Oscar, un altro è proporgli di firmare il tema di Un posto al sole. Bisognerebbe trovare qualcosa di adatto a lui, cucirgli attorno uno spettacolo degno della sua fama e del suo seguito. E tutto ciò, appunto, ha un costo.

Il fatto, però, è che per altre cose i soldi si trovano eccome. Pochi giorni fa, per esempio, il sito Lettera43 ha fatto trapelare alcune indiscrezioni relative agli stipendi della neo direttrice di Rai 3 Daria Bignardi, del coordinatore dell’informazione Carlo Verdelli e del responsabile comunicazione dell’azienda Giovanni Parapini. Secondo il giornale online, a costoro andrebbe una cifra annua superiore ai 240mila euro, cioè il tetto massimo stabilito per le paghe dei manager pubblici. Anche qualora fossero un pochettino più bassi gli assegni a fine mese per i prestigiosi comunicatori di cui sopra (tutti renziani di stretta osservanza), significa che quando si vuole, i denari magicamente spuntano. Viene allora da chiedersi: ma negli ultimi anni, quaranta mila euro per un concerto di Ennio Morricone non avanzavano proprio da nessuna parte? Il canone serviva tutto per pagare le vacanze agli amichetti e le trasmissioni in prima serata ai giornalisti compiacenti? Magari se si fossero aperti un pochettino i cordoni della borsa per un minimo investimento in questi giorni, invece di riciclare materiale d’archivio visto e rivisto, la tv pubblica avrebbe avuto qualcosa di fresco e di originale per omaggiare un compositore che inorgoglisce l’intero Paese. E per interessare il grande pubblico sull’onda degli Academy Awards.

Probabilmente, però, Morricone non è abbastanza renziano. Forse, il Maestro avrebbe dovuto schierarsi di più. Avrebbe potuto riadattare qualche sua celebre opera alla nuova era del Sublime Matteo. Che so, dirigere La leggenda del piagnone sull’Oceano in ossequio a Renzi. Oppure dedicare Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto al papà della Boschi, o ancora Gli intoccabili per… beh, la lista è lunga. Ma, guarda un po’, Morricone non ha fatto niente di tutto ciò: si è limitato a essere ciò che è, ovvero un monumento del cinema e della musica. E la Rai lo ha snobbato: tutto per un pugno di dollari. Anzi, per una manciata di euro.

 

Rassegna stampa: Il Sole 24 Ore, pagina 23.

Rai, Maritan guiderà la nuova direzione creativa

La Rai ha il suo nuovo direttore creativo. Il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto ha scelto Massimo Maritan, interno Rai, fino a oggi a RaiWorld, esperto di palinsesti. Al suo fianco, come responsabile creativo della televisione, arriva Roberto Bagatti da Discovery, dov’è appunto direttore creativo. Il compito della direzione creativa è quello di costruire un’identità comune a tutti i marchi e gli elementi grafici e scenografici dei contenuti Rai, che sempre più vengono “consumati” su una pluralità di piattaforme. Due nomine, quelle di ieri, effettuate direttamente dal direttore generale senza alcun passaggio in Consiglio di amministrazione. Secondo la nuova legge sulla governance, infatti, il parere del cda è richiesto solo per le nomine dei direttori di rete, canale e testata. Da quando è arrivato, Antonio Campo Dall’Orto ha già cambiato i direttori dell’ufficio legale, del marketing, delle relazioni esterne, dell’ufficio stampa oltre a istituire le nuove direzione RaiDigital e RaiCreativa.

 

(Nella foto Ennio Morricone)