Pubblicato il 22/11/2015, 14:06 | Scritto da La Redazione

Rassegna Stampa – Fedele Confalonieri: “Telecom? Frenati dalle regole”

Rassegna Stampa: IlSole24Ore, pagina 24, di A. Bio.

Fedele Confalonieri (presidente Mediaset)

Il retroscena – «Telecom? Frenati dalle regole» 

IL ROVESCIO DELLA MEDIAGLIA

Da quando Silvio Berlusconi è entrato in politica c’è stato un pregiudizio verso di noi In Germania Schroeder ci bloccò l’acquisto di Prosieben.

«Telecom? Ce lo hanno impedito le regole. E questa è stata la double face del Berlusconismo politico». Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, parla da Trani, dove si è svolta la “Direzione Hackathon 2016”.

Telecom, ma anche la battaglia contro i giganti della rete e qualche incursione politica. È stata un’intervista a tutto campo quella fatta da Antonello Piroso a Fedele Confalonieri. Che sulle possibilità di un possibile futuro matrimonio con l’ex monopolista italiano delle tlc risponde ripercorrendo il percorso passato e definendo la vulgata di Berlusconi come sceso in politica per difendere i suoi interessi come «un disco risentito più e più volte. Ma se vogliamo neanche lontanamente vicino ai successi discografici nel passato». Ci ride su Confalonieri, ma la verità è che «c’è un rovescio della medaglia nella discesa in politica di Silvio Berlusconi, che io avrei preferito non avvenisse se penso solo al lato aziendale anche se con il senno del poi devo dire di essermi sbagliato visto quello che ha fatto. Il Berlusconi politico ci ha comunque impedito di sviluppare alcune cose come azienda, eccezion fatta per la Spagna». Lo si è visto «nella vicenda Telecom, ma non solo. Visto che in Germania stavamo per fare una grande acquisizione, di Prosieben, ma l’allora cancelliere Schroeder l’ha stoppata». Insomma, «da quando è entrato in politica, c’è sempre stato un pregiudizio nei nostri confronti».

Tornando a Telecom, dice Confalonieri, «bene ha fatto Bollorè che non conosco di persona ma Pier Silvio (Berlusconi, ad Mediaset, ndr.) sì, a investire visto che ha una grande cassa». C’è una cosa che il Governo deve fare: «Difendere l’aspetto legato a difesa e sicurezza. Al pari di ogni asset di interesse nazionale». Non si tratta di barriere protezionistiche. Non le invoca il presidente Mediaset, neanche parlando dei giganti della rete contro i quali torna a tuonare, come fa da tempo, pur ricordando l’accordo raggiunto con Google azzerando il contenzioso che contrapponeva Rti a You Tube. «Noi-dice – crediamo che si debba condividere lo stesso terreno di gioco. E questo non sta avvenendo. Creare barriere protezionistiche è sbagliato, ma per quelli della mia generazione la parola gratis non esisteva. E comunque avere le stesse regole è giusto. Non puoi giocare non pagando tasse adeguate. Noi abbiamo regole per l’etica, tetti alla pubblicità. E loro?». Una situazione da correggere, per Confalonieri, e anche alla svelta perché «alla base c’è una tecnologia che non riesci a fermare» e, in più, ci troviamo dinanzi «a una forma di colonialismo».

C’è tempo anche per incursioni politiche – «apprezzo il lavoro che sta facendo Renzi»; Sala a Milano? «Non mi dispiacerebbe»; Del Debbio? «Non ne ha voglia e ha ragione»; Meloni o Mar-chini a Roma? «Meloni è simpatica, Marchini è un bel ragazzo»; Sallusti a Milano? «Come giornalista è bravo. Come politico non so dire» -e ha anche per un pensiero per Dell’Utri. «Dell’Utri -dice Confalonieri – è come Contrada. È condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Ma il resto è divenuto tale dopo che i fatti sono stati accaduti. E su questo la Corte europea di Strasburgo è stata chiara. Eppure Dell’Utri è in prigione».

 

(Nella foto Fedele Confalonieri)