Pubblicato il 08/10/2015, 11:35 | Scritto da La Redazione
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Canone Rai in bolletta, Renzi accelera. In 3 anni uno sconto da oltre 33 euro. Una manovra che sa tanto di 80 euro

Canone Rai in bolletta, Renzi accelera. In 3 anni uno sconto da oltre 33 euro. Una manovra che sa tanto di 80 euro
Il premier vuole inserire la norma nella prossima legge di stabilità. La "riforma" del servizio pubblico non è che un modestissimo cambio di governance.

Rassegna stampa: La Stampa, pagina 24, di Francesca Schianchi.

Canone Rai in bolletta, Renzi accelera. In tre anni uno sconto da oltre 33 euro

Il premier vuole inserire la norma nella prossima legge di stabilità.

Da quando, domenica scorsa, il premier Matteo Renzi ha dato l’annuncio in tv, tecnici e funzionari del ministero dell’Economia non fanno che lavorare a trovare il modo di renderlo realtà. Perché il canone Rai nella bolletta della luce è un’idea che gli ronza in testa da tempo, e che vuole assolutamente riuscire a realizzare. «Lo riduciamo e diciamo che lo devono pagare tutti», insiste il presidente del Consiglio in pubblico e in privato, dando le cifre del 2016, un taglio da 113,50 annui a 100 euro: quello che però, per ora, ha raccontato solo ad amici e collaboratori, è che non intende fermarsi qui. Anzi, vuole che il canone della tv pubblica diventi una tassa sempre più leggera: inserendolo in bolletta, è il ragionamento, si stanerà quel quasi 30% di evasione stimata, e quindi il gettito aumenterà di parecchio. A quel punto, prevede Renzi, si potrà farlo scendere a 90 euro nel 2017 e 80 nel 2018. Una riduzione di tasse che, calcola, non potrà che portargli il plauso della maggioranza degli elettori: è vero che quel 30% che la evade oggi sbufferà, ma, è il ragionamento fatto con alcuni amici, il 70% già oggi ligio al dovere non potrà che rallegrarsi di pagare meno.

Per questo, nonostante le proteste e le difficoltà oggettive che Assoelettrica con il suo presidente, Chicco Testa, ha segnalato dall’adeguamento dei sistemi informativi ai costi di riscossione -, il premier vuole a tutti i costi che la norma sia inserita in questa legge di stabilità, a breve in Parlamento, e sta insistendo col Mef e il ministero dello Sviluppo perché tutti i tecnicismi vengano risolti al più presto. «Non ci difetta l’inventiva per dare una risposta fattiva alla riscossione del canone televisivo, se il governo riterrà di chiedere il nostro ausilio», apre all’ipotesi anche Guido Bortoni, presidente dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico. E alcune delle obiezioni elencate nei giorni scorsi cominciano a trovare risposte: intanto, fonti del Ministero hanno già chiarito che il canone resterà uno solo anche in presenza di seconda o terza casa. Inoltre, è stato fatto presente che, per quanto riguarda il rischio morosità (del 4-5% sulle bollette elettriche, contro un 25-30% del canone Rai), ammesso che qualcuno paghi la quota parte di energia elettrica ma non quella della tassa sulla Rai, la compagnia non staccherebbe la luce ma segnalerebbe all’Agenzia delle Entrate il mancato pagamento della quota sulla Rai. Che ancora non è stato deciso se sarà da pagare in più rate o in una soluzione unica.

È apparso così deciso su questa questione, il governo e soprattutto Renzi, che anche le compagnie elettriche stanno riflettendo sul piano B. Se la battaglia si dovesse perdere, allora tanto vale mettere in atto una politica di riduzione del danno. Non a caso Testa insiste a ricordare i costi che la novità avrebbe per loro, dalla gestione del database alla funzione esattoriale. Se proprio toccasse farlo, allora bisognerà cercare di ottenere un aggio adeguato.

 

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 17, di Loris Mazzetti.

Canone Rai più leggero e in bolletta. Una manovra che sa tanto di 80 euro

La “riforma” del servizio pubblico non è che un modestissimo cambio di governance.

Renzi avrebbe dovuto fare la legge di riforma del sistema radiotelevisivo, buttando definitivamente l’ad personam Gasparri, prevedendo una diversa distribuzione della pubblicità tra servizio pubblico e tv commerciale, invece di una modesto cambio di governance della Rai. La notizia, data durante l’intervista con Lucia Annunziata, di abbassare il canone Rai nella prossima legge di Stabilità, portandolo da 113,50 euro a 100, inserendolo nella bolletta elettrica per combattere definitivamente l’evasione. A parte il fatto che, come ha detto Patrizia Grieco, presidente dell’Enel, sarebbe “un’operazione impossibile” (il mercato è liberalizzato, gli operatori sono tanti), l’idea (non certo un copyright di Renzi) ha ricevuto parecchie contestazioni. Il primo pensiero della concorrenza non è andato agli italiani che risparmieranno 13,50 euro, ma al malloppo che entrerà nelle casse della Rai. Sul Tg7, dopo incomprensibili calcoli, il giornalista ha sentenziato che le entrate del servizio pubblico aumenterebbero di circa 1 miliardo di euro: da 1,6 a 2,6 miliardi, con la pubblicità la Rai supererebbe i 3 miliardi.

Il canone Rai è l’imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive nel territorio italiano. In Europa siamo il paese che ha il canone più basso: la Francia lo fa pagare 131 euro, il Regno Unito 174, la Germania 216. Copre il 65% dei ricavi della Rai mentre per la Bbc, che non ha pubblicità, rappresenta il 73,6%, per France Televisions l’82,5% e per la tedesca Ard 1’84,7%. In Francia e in Germania la pubblicità va in onda solo in certe fasce orarie. Sarebbe stato importante diminuire l’imposta all’interno della riforma del sistema. Ascoltando Renzi dall’Annunziata la sensazione è stata quella, com’è accaduto per gli 80 euro in busta paga, di propaganda elettorale, nonostante che sull’evasione siamo primi in Europa. Per quanto riguarda il canone Rai ha superato il 30% (secondo i dati ufficiali, che non concordano con quelli de La7, ammonterebbe a circa 600 milioni), contro 1% di Francia e Germania, il 5% del Regno Unito, più o meno il 10% nelle indisciplinate Danimarca e Svezia.

Contrari all’inserimento del canone nella bolletta dell’elettricità sono: l’Adusbef e Federconsumatori che accusano Renzi di voler far pagare l’imposta anche a chi la tv non ce l’ha; Chicco Testa, presidente dell’associazione Assoelettrica: “Il consumatore non saprebbe più cosa sta pagando”, suggerendo al governo di inserirlo nelle bollette del telefono e del gas, senza tener conto che molte famiglie usano i cellulari e scaldano con l’elettricità. La guerra agli evasori va fatta sempre, non a seconda della convenienza.

 

(Nella foto Matteo Renzi)