Pubblicato il 05/10/2015, 17:34 | Scritto da Gabriele Gambini
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Video – Claudio Cecchetto: “Io a capo delle nuove radio Mediaset? Per ora solo gossip”

Claudio Cecchetto è stato tra gli ospiti principali dell’Italian Leadership Event 2015, convegno organizzato dall’HRD Training Group di Roberto Re all’Università degli Studi Milano-Bicocca. L’evento ogni anno raccoglie personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della cultura per raccontare all’uditorio come le esperienze di carriera di chi nella vita ha centrato i propri obiettivi possano influire nello sviluppo di una personalità da leader e nella valorizzazione delle attitudini propositive insite in ciascuno di noi. Attingendo dall’autobiografia uscita per Baldini&Castoldi, Claudio Cecchetto in diretta – Il gioca jouer della mia vita, il disc-jokey e talent scout ha ripercorso le tappe della sua esistenza: la nascita di Deejay  Television («Mi trovavo a New York nel 1983, ho visto per la prima volta MTV e ho capito che un canale profilato sui video musicali avrebbe costituito una svolta per la programmazione anche in Italia»), il rapporto con alcuni artisti da lui scoperti, da Jovanotti a Fiorello, da Gerry Scotti a Max Pezzali («Mi piaceva andare controcorrente, valorizzando tratti non convenzionali dei personaggi in cui mi imbattevo»), il rapporto con Mike Bongiorno, che di Cecchetto è stato il pigmalione.

Ai microfoni di TvZoom ha poi smentito le voci che lo vorrebbero a capo del nuovo polo radiofonico di Mediaset («Ho letto articoli a riguardo, essere accostato a nuovi progetti radiofonici mi fa sempre piacere, ma per ora non c’è nulla di confermato»), raccontato un aneddoto su Gerry Scotti, e parlato del suo rapporto con i talent show di oggi: «La tv di oggi punta a fabbricare artisti partendo dalla voce e dalla tecnica. Io insisto invece col mio progetto, che è quello di realizzare un talent agli antipodi di The Voice: si chiama provvisoriamente Star Cube, ci stiamo lavorando in Inghilterra. All’interno di un cubo insonorizzato, i giudici del programma avrebbero la possibilità di valutare un cantante partendo dalla sua immagine, dalla sua capacità di trasmettere energia e di catalizzarla. Solo in un secondo momento, se incuriositi dalla forza del personaggio, potrebbero ascoltarlo cantare».

La spiegazione del concetto è semplice: «Bisogna ricordare che il talento è una dote, ma il successo è un mestiere e non può prescindere dall’attitudine», afferma, con la sicurezza di colui che nei decenni ha saputo preconizzare comportamenti e imprimere direzioni agli avvenimenti, svolgendo il ruolo rivoluzionario di pioniere.

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Gabriele Gambini

 

(Nella foto Claudio Cecchetto)