Pubblicato il 05/10/2015, 11:31 | Scritto da La Redazione
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Canone Rai, Renzi rilancia: in bolletta a 100 euro. E Antonio Dall’Orto sarà sia Ad che direttore generale

Rassegna stampa: Corriere della sera, pagina 8, di Marco Galluzzo.

Canone, Renzi rilancia: in bolletta a 100 euro

“Il Pil arriverà all’1%, giù subito l’Ires. Denis? Chi vota le riforme aiuta l’Italia, incoerente chi cambia idea”.

Sui risparmi di spesa, i tagli al bilancio dello Stato, in vista delle legge di Stabilità, si fa sfuggire poche cose ma significative: «Ci saranno mille poltrone tagliate ma non ci saranno tagli alla sanità. La revisione della spesa funziona, sta andando bene, ma non butto via il bambino con l’acqua sporca: noi non tagliamo la sanità. La revisione della spesa significa tagliare le poltrone dei politici romani, dei revisori e degli enti inutili». La possibile sorpresa invece sarà l’abbattimento dell’Ires (oggi al 31,4 per cento) a livelli inferiori alla Spagna (al 25 per cento), «nel 2017 sicuramente, ma vediamo, forse anche subito, ci stiamo ancora lavorando». Le novità si finanzieranno anche con il recupero dell’evasione: «Con le nuove misure del governo il gettito dell’Iva è aumentato del 4,6 per cento, qualche governo prendeva i finanzieri e li metteva di fronte ai negozi di lusso, sbagliato perché fa pensare a uno Stato di polizia».

Matteo Renzi è ospite a In Mezzora, la trasmissione di Lucia Annunziata su Rai 3, parla di economia, della prossima manovra, delle riforme in votazione al Senato, come quella sulla Rai. Proprio sulla Rai annuncia una novità sul canone, in via di definizione: «Dal prossimo anno ci sarà una riduzione del canone e diciamo che lo devono pagare tutti, credo che lo strumento che verrà scelto sarà la bolletta. Chi è onesto paga meno. Sarà ridotto, oggi è 113 euro, sarà 100». L’idea era già circolata in ambienti governativi l’anno scorso, insieme all’ipotesi di legare il canone al reddito, abolendolo per alcune fasce di utenti, poi non se ne fece nulla. Invece c’è da smentire che il governo italiano si muoverà da solo sulla digital tax: «Dobbiamo trovare un modo per far pagare le grandi multinazionali, ma a livello europeo. O l’Europa lo fa nel 2016 o lo facciamo noi nel 2017, lo abbiamo detto. Ma dobbiamo evitare di farla percepire come una tassa sull’innovazione».

Secondo la Cgia di Mestre ogni punto di Ires in meno vale per gli imprenditori 1,2 miliardi di euro di risparmi fiscali. Per finanziarli il premier scommette anche sulla revisione al rialzo del Pil, «Abbiamo fatto una previsione di 0,7 per cento, sarà 0,9, ma secondo me arriviamo all’1 per cento del Pil. Io voglio l’economia più forte d’Europa e sono convinto che in dieci anni ci arriviamo». Sulle riforme arriva invece il giudizio sul gruppo di senatori che fa riferimento a Verdini: «Fanno una scelta utile per l’Italia, le riforme le avevano già votate, l’incoerenza è di chi ha cambiato idea, non loro». Il senatore della minoranza pd, Miguel Gotor, però lo smentisce: «Dei 9 di Verdini in 7 non votarono la prima lettura». Ma Renzi comunque non ama l’argomento: «Io spero che nel 2018, grazie anche alla nuova legge elettorale, il Pd prenda voti sufficienti per governare da solo. Nel frattempo, anziché parlare di congiure di palazzo, parlo di tasse e di riforme».

 

Rassegna stampa: La Repubblica, pagina 6, di Aldo Fontanarosa.

Rai, Dall’Orto sarà sia Ad che direttore generale

La riforma: la modifica in uno degli otto emendamenti al Ddl presentati dai relatori.

Antonio Campo Dall’Orto sarà sia ad sia dg della nuova Rai. Un emendamento dei relatori al disegno di legge sulla Rai, ora all’esame delle commissioni Cultura e Trasporti della Camera, consolida ulteriormente il ruolo del numero uno di Viale Mazzini. E Campo Dall’Orto avrà voce in capitolo anche sulla collocazione dei giornalisti nelle redazioni. Certo, le mansioni del cronista, una promozione, un’assunzione saranno tutte proposte dal direttore della testata e dovranno rispettare il Contratto di lavoro della categoria. Ma l’ultimo timbro sarà del manager a due teste che guiderà la Rai. I relatori al disegno di legge, dunque, presentano otto emendamenti al testo approvato dal Senato. E anche il Pd vola basso limitando al massimo le proposte di modifica al testo. Segno che la maggioranza punta a votare il disegno di legge alla Camera in tempi fulminei, rispedirlo al Senato. Dove il varo definitivo della nuova Rai potrebbe arrivare entro l’anno. Ma due emendamenti del Pd sono importanti perché riguardano la Concessione della Rai, l’atto costitutivo che permette a Viale Mazzini di svolgere il servizio pubblico radiotelevisivo su mandato dello Stato, che scadrà il 6 maggio 2016. Il deputato Rampi (Pd) ne chiede la proroga al 31 dicembre 2016, proponendo che la nuova Concessione (di durata decennale) sia scritta d’intesa tra il governo, il Garante AgCom e la stessa Rai.

 

(Nella foto Antonio Campo Dall’Orto)