Pubblicato il 25/09/2015, 11:34 | Scritto da La Redazione
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Rai: “Renzi taglierà molte teste”. Poi scoppia il caso ricorsi. E per i neoconsiglieri stanza ‘doppia uso singola’

Rai: “Renzi taglierà molte teste”. Poi scoppia il caso ricorsi. E per i neoconsiglieri stanza ‘doppia uso singola’
Da dicembre la rivoluzione, chi non si allinea va a casa: “Era meglio con B.”. Alla Rai arrivano le “good news” dell'ottimismo. Diaconale dà l'allarme in Cda: “1.350 vertenze interne dei dipendenti”.

Rassegna stampa: Il Fatto Quotidiano, pagina 8, di Carlo Tecce.

Terrore Rai, “Matteo taglierà molte teste”

Da dicembre la rivoluzione, chi non si allinea va a casa: “Era meglio con B.”. Alla Rai arrivano le “good news” dell’ottimismo.

“Che sei scemo?”. Il vecchio dirigente di Viale Mazzini, anzi il non più giovane dirigente altrimenti s’offende accetta di raccontare quel che accade in Rai con la formula del retroscena. Affida al cronista pensieri taglienti senza apporre la firma in calce, consapevole di essere sopravvissuto a cinque direttori generali: “Oggi ho incrociato un collega davanti al gabinetto, sai, là dove andiamo a fumare le sigarette, uno di quegli angoli che sono talmente sporchi che sembrano malfamati”. E allora? “Mi ha scrutato con uno sguardo di sfida, perché conosce bene i miei contatti politici. Ha allargato le braccia e poi mi ha allungato una mano sulla spalla. Ha sospirato, pietoso, e mi ha detto con l’espressione di Totò: Addavenì… (famosa battuta del principe De Curtis in Totò a colori”. E se viene? “Te lo ripeto, sei scemo? Matteo Renzi è già qui, tutti tremano e tramano, chiamano gli anziani compagni che si sono riciclati nei democratici, rievocano convegni accanto a Luigi Zanda o a Matteo Orfini, ma hanno paura, una fottuta paura. Il fiorentino farà una strage, non di gente innocente sia chiaro”.

In versione Silvio Berlusconi, Renzi ha insultato due programmi che fanno informazione, diMartedì di La7 e il vostro Ballarò di Rai 3, e ha esaltato gli ascolti di una replica di Rambo su Rete 4. Il dg Antonio Campo Dall’Orto come reagisce? “Calma, ragazzi. Cdo (Campo Dall’Orto) è un tipo davvero calmo. Non è arrogante, non è un Gubi (Gubitosi) che ti umilia al minimo respiro. Cdo conosce la televisione, farà i suoi interventi che di certo non saranno sgraditi al premier, ma non adesso: entro dicembre le nomine, perché aspetta la riforma che gli assegna maggiori poteri e poi a gennaio farà il palinsesto che vuole. Io ho vissuto la stagione di Berlusconi, ti giuro: c’erano meno pressioni. Il guaio di Cdo ora si chiama Monica Maggioni”. E perché mai, non vige il patto dei Parioli che siglarono a pranzo appena scelti da Silvio&Matteo? “Monica gioca la sua partita nel campo renziano, deve garantirsi un futuro in politica o altrove, non può mica tornare in video. È una gara a chi è più renziano. E ammetto che la Maggioni si impegna molto”.

Questo è il mantra che circola nel palazzo di Viale Mazzini e nei corridoi di SaxaRubra: “Qui siamo tutti veterani, non del Vietnam, ma del servizio pubblico e siamo tutti Rambo”, ripete solennemente un uomo che un po’ di trasmissioni le ha inventate e ancora resiste saltellando fra i vari incarichi Rai. Più che un reperto da prima Repubblica, è l’emblema della prima Repubblica che fu: “Per risolvere i grossi problemi occorrono soluzioni semplici. Il problema è di Andrea Vianello, il capo di Rai 3 con un piede e mezzo fuori. Renzi l’ha messo nel bersaglio e i renziani già l’hanno preso d’assalto con la delicatezza di un branco di lupi”. E che deve fare, il povero Vianello? “Rispondere presente. Al premier non piace un programma che parla solo di cose brutte?”. Esatto, non piace. Ma un giornalista mostra la realtà, non la inventa: “Ti devo spiegare come funziona la Rai? Vianello e anche gli altri devono suggerire ai conduttori di inserire un momento per le ‘buone notizie’, far vedere agli italiani quanto è bravo il governo. Ci vuole uno spazio good news. Mi sembra un’ipotesi molto concreta”. Questa è propaganda. “Non è il periodo per fare gli schizzinosi. Renzi ha dato un segnale con quel discorso al Nazareno: o fate quello che chiedo o vi mando a casa”. L’ultimo interlocutore è dislocato a Saxa Rubra, lontano dai corridoi che frequenta Cdo, ma ha fonti di prima mano: “A dicembre l’azienda sarà renziana, completamente. Il dg cambierà subito la struttura: responsabili comunicazione, assistenti e collaboratori e la società della pubblicità. Poi passerà ai vertici dei canali e, infine, ai telegiornali. Nessuno si salverà. O meglio, c’è solo un modo per salvarsi: giurare fedeltà eterna a Renzi”.

Conforta sapere, invece, che almeno i consiglieri di amministrazione possono gioire. Scongiurato l’esproprio di scrivanie, cassettoni, librerie, stampanti, ora i membri del Cda hanno un luogo per lavorare e riflettere. Ma per non sfoggiare un’opulenza che non s’addice più a Viale Mazzini, ciascun consigliere avrà una stanza doppia uso singola. Così almeno fingono il risparmio, simulano il sacrificio.

 

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 11, di Claudio Marincola.

Rai, scoppia il caso ricorsi. E per i neoconsiglieri stanza “doppia uso singola”

Diaconale dà l’allarme in Cda: 1.350 vertenze interne dei dipendenti.

Ebbene sì. I nuovi consiglieri avranno la stanza. Un pc, una scrivania, una libreria, un telefono e un televisore. Un piccolo ufficio al piano nobile di viale Mazzini. Hanno vinto la loro prima battaglia. Ma dovranno dividerla. «Una doppia uso singola», scherza ma non troppo Franco Siddi, l’ex segretario della Fnsi che si è appena insediato. «Ci hanno assicurato – chiarisce – che il nostro coinquilino ha già un ufficio in un’altra sede e dunque qui non verrà mai. Ma l’ufficio, se vogliamo lavorare seriamente, ci serve davvero». SPENDING ALL’ITALIANA Per non scontentare nessuno è stata trovata la soluzione “furba”. E nel gioco delle coppie sono finiti nella stessa stanza i consiglieri Diaconale e Mazzucca, il quale però vive e lavora a Milano. E dunque conferma, la regola della “doppia uso singola”. Intanto ieri si è riunita l’Assemblea del cda. Il dg Campo Dall’Orto ha parlato della raccolta pubblicitaria in crescita. È stato affrontato anche il tema del sovraffollamento per rivedere la politica commerciale con cui è stata affrontata la crisi degli spot. Il dg si è detto soddisfatto della stagione televisiva autunnale, che conferma la leadership della Rai sia nel prime time (37,9% di share) che nell’intera giornata (35,5%). Il cda ha quindi nominato Guido Nori, in qualità di presidente, Luca Luparia e Gianfranco Cariola componenti dell’organismo di vigilanza per il Modello di organizzazione, gestione e controllo. Sarebbe stato, insomma, per dirlo con l’ironia di Carlo Freccero, un cda «pieno di amorosi sensi».

Sennonché invece i superpoteri il dg ancora non li ha e una prima rogna l’ha già messa sul tavolo Diaconale chiedendo al dg di risolvere il contenzioso legale che nel 2012 ha raggiunto la cifra monstre della 1.350 vertenze interne. Situazione migliore negli ultimi due anni, ma sempre critica. Per le nomine bisognerà aspettare l’approvazione del ddl Rai alla Camera. E risale l’onda lunga delle polemiche sui talk show. Gasparri, senatore di FI, vuol sapere da Vianello, direttore di Rai 3, quanto guadagna Giannini, il conduttore di Ballarò contestato dal pd per lo spazio dato ai 5Stelle. E Grillo che fa l’elogio della vecchia censura visto che ormai «c’è l’autocensura del giornalista». Altro clima a Torino, al Prix Italia, Antonio Marano, vice direttore generale, di area leghista, ha negato che sia in corso un attacco frontale alla reti generaliste, «perché gli ascolti sostanzialmente tengono». Un accenno di autocritica si è colto quando Marano ha ammesso «carenze rispetto ai competitor» e dunque la necessità «di puntare su qualità e diversificazione dell’offerta». I nuovi scenari annunciano l’imminente arrivo in Italia di Netflix. E per cominciare oggi verrà presentata a Roma Vvvvid, la tv online italiana di nuova generazione, 320mila utenti registrati e 3 milioni di video visualizzati al mese.

 

(Nella foto Matteo Renzi)