Pubblicato il 10/09/2015, 11:32 | Scritto da La Redazione

Fastidio dei vertici Rai per i Casamonica da Vespa. Mentre Freccero difende “Porta a porta”

Fastidio dei vertici Rai per i Casamonica da Vespa. Mentre Freccero difende “Porta a porta”
Maggioni e Campo Dall’Orto dubbiosi sulla presenza in studio dei parenti del boss, mentre Leone e il consigliere difendono il giornalista: “Mai è ammessa la censura”.

Rassegna stampa: Il Messaggero, pagina 9, di C. Mar.

Fastidio dei vertici Rai: non basta lo share la mission della tv pubblica va ripensata

Sarebbe stato meglio uno share più basso ma qualche polemica in meno? In viale Mazzini non hanno molti dubbi: qualche errore nella puntata di Porta a Porta andata in onda martedì sera c’è stato. Così, alla fine è un senso di «fastidio» quello che trapela dai nuovi vertici. Il direttore generale Campo Dall’Orto e la presidente Monica Maggioni si sono sentiti e, ciascuno nel suo ruolo, la pensano all’incirca allo stesso modo. E cioè che il tema dei Casamonica e delle infiltrazioni mafiose nella Capitale andava trattato, «nessuno scandalo» quindi che Bruno Vespa ci abbia pensato. Il problema è casomai «come» andava trattato. Forse non con i Casamonica ospiti in studio. E lo dimostra plasticamente la puntata, apparsa a qualcuno come “riparatrice”, andata in onda ieri con l’assessore alla Legalità del comune di Roma Sabella. Segno che la campana del servizio pubblico nella puntata precedente non si sarebbe sentita abbastanza. Un fastidio accompagnato dalla convinzione che proprio questa puntata servirà da esempio ad evitare in futuro altri tormentoni dello stesso genere. L’informazione nella nuova della Rai sarà un punto cruciale. C’è bisogno perciò di «riflettere meglio sul ruolo del servizio pubblico nell’ottica del contratto di servizio e non dell’inseguimento degli ascolti». Tradotto in comportamenti concreti vuol dire che forse i familiari anziché essere invitati in studio potevano essere intervistati con un collegamento in esterna. Che poi agli ospiti “inattesi” non siano stati fatti sconti di alcun genere è un altro discorso. Ma questo non toglie, è la tesi che circolava nei piani alti di viale Mazzini, «che la puntata andava gestita più da servizio pubblico».

L’IMBARAZZO Non è chiaro se Campo Dall’Orto e la Maggioni siano stati avvisati che in via Teulada sarebbero arrivati i due Casamonica. Ma è chiaro che l’imbarazzo c’è stato. Palpabile. Sotto il fuoco delle dichiarazioni incrociate bisognava pensare al da farsi, alla linea da tenere. Dinanzi alle bordate dei democrat e anche dei renziani, inutile trincerarsi nella difesa di un errore visto che critiche arrivavano da tutte le parti. Ed è a questo punto, a metà pomeriggio, che il direttore di Rai 1 Giancarlo Leone ha annunciato che sarebbe stato intervistato Sabella. Non prima di aver premesso comunque che Porta a Porta aveva affrontato la vicenda con «trasparenza e completezza di informazione». Leone ha elogiato Vespa e attribuito il cambio di strategia alle «reazioni diffuse dei cittadini», reazioni «che ci hanno fatto riflettere su quanto sia cruciale il ruolo del servizio pubblico nel trattare tematiche delicate come quelle dei Casamonica». A complicare la paradossale giornata della Rai (boom di ascolti per Vespa, ma con cannonate polemiche) ha contribuito anche il risultato piuttosto modesto di Ballarò, al debutto su Rai 3: 6,74% di share, pari a 1.431 mila spettatori. E senza la concorrenza di Floris. Di lavoro da fare, ai piani alti di viale Mazzini, ce n’è.

 

Rassegna stampa: Il Mattino, pagina 11, di Claudio Marincola.

Freccero: “Roba da matti accusare il giornalista, lui non ha colpe”

Il consigliere Rai rilancia: «Mai è ammessa la censura. Grillo sbaglia e mi meraviglio”.

«Ma siete impazziti ad attaccare il povero Vespa. E poi in quel modo, dicendogli che deve vergognarsi? Vespa ha fatto il suo lavoro. La vergogna non è quello che è successo nello studio di Porta a Porta ma quel corteo funebre dei Casamonica». Carlo Freccero, consigliere della Rai, è un raro caso di intervistato che risponde prima ancora che gli sia stata posta la domanda. Ma il concetto è senza dubbio chiaro.

Lei, quindi, non avrebbe avuto remore ad invitarli?

«Ma certo, di cosa stiamo parlando?! Suvvia..! Su quelle sedie bianche, che non sono fonti battesimali sia chiaro, ci abbiamo visto seduti in tutti questi anni personaggi di tutti i tipi. Anche chi ora sta in galera».

A parte poche eccezioni la politica sembra pensarla esattamente all’opposto.

«Vespa, lo ripeto, ha fatto il suo lavoro. E siccome sa bene che le chiacchiere della politica non fanno più ascolti ha chiamato in studio i Casamonica. E non ci vedo nulla di sbagliato. Anche perché mi sembra che l’altra sera da chi era in studio, due giornalisti che stimo molto, non siano stati lanciati petali rosa. I petali rosa li ha lanciati casomai l’elicottero. La considerazione da fare, mi scusi, però è un’altra».

Prego.

«La cosa invereconda è che ancora una volta la televisione arriva soltanto alla fine, quando si scopre che l’VIII Re di Roma, il vero imperatore, è un gruppo di “zingari”. È di questo che la politica dovrebbe vergognarsi».

Eppure c’è chi sostiene che i consiglieri di amministrazione della Rai andavano consultati prima di azzardare questa iniziativa.

«Non spetta ai consiglieri d’amministrazione ma al direttore generale decidere se sia opportuna o meno la decisione di invitare i Casamonica a Porta a Porta. Certo, se vogliamo dirlo, è un po’ surreale che dopo Renzi siano stati ospitati i Casamonica, ma è il talk post-modemo che crea queste assonanze».

Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha dichiarato che la Rai ora deve scusarsi, perché quell’invito in via Teulada rappresenta un vero insulto.

«Ma per favore… per favore! Roma è stata infangata da quel corteo funebre diventato corteo regale, non dalla trasmissione di Vespa».

Lo sa che così dicendo lei si pone completamente fuori dal coro?

«Mi spiace ma per questo cose io vado per conto mio. E le dicevo anche quando mi lamentavo per l’allontanamento di Luttazzi».

Anche Grillo, comunque, non la pensa come lei.

«Ma si sta sbagliando, la censura non ci deve mai essere. E mi meraviglio che lui non capisca questo».

 

(Nella foto Bruno Vespa)