Pubblicato il 11/04/2012, 12:31 | Scritto da La Redazione

FLAVIO INSINNA PARTE IL 7 MAGGIO, DOPO AVER FATTO FUORI LA RUFFINI

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Il terzo access prime time di Mediaset della stagione partirà la prima settimana di Maggio, dopo che il conduttore si è sobbarcato tutto il progetto.

Il nuovo programma di Flavio Insinna è ai nastri di partenza. Ci siamo. Dopo mesi di spifferi, litigate, autori cacciati e altre amenità del genere si parte. Previsto prima per il 16 aprile, poi rimandato al 30 e infine dato per sicuro per il 7 maggio. È stato un parto travagliato, il Flavio nazionale ha dapprima scelto un format mai andato in onda, Il braccio e la mente, poi durante il numero zero del programma ha litigato a morte con Fatma Ruffini (dirigente Mediaset e proprietaria del format), in seguito ha imposto il suo diktat: o lui o Ruffini. E alla fine ha ottenuto ciò che si era prefissato: sarà lui il capoprogetto e la responsabilità ricadrà tutta sul conduttore romano.

I focus fatti sul programma sembra siano stati eccellenti e questo deve aver convinto i dirigenti Mediaset a investire così tanto in un preserale estivo. Abbiamo visto i bozzetti della scenografia: il gioco è ambientato in una fabbrica di giocattoli, ricorda un po’ la fabbrica del cioccolato di Burtoniana memoria.

Ci riferiscono di un Insinna galvanizzato ed eccitato dalla nuova avventura, anche se dovrà affrontarla senza il suo amico Sergio Colabona, che dopo aver fatto la regia del numero zero non potrà fare la serie per impegni già presi. Ma al di là della curiosità di vedere il terzo preserale della stagione di Canale 5 volevamo fare un paio di considerazioni: la prima è che dopo tanto tempo il preserale della rete ammiraglia non è più prodotto dalla Endemol. Che c’entri qualcosa il fatto che Mediaset sia uscita in questi giorni dalla multinazionale olandese?

La seconda è il potere che oggi hanno preso i conduttori. Non parliamo solo di Insinna, infatti anche Panariello, Conti, Morandi e Guzzanti pretendono mani libere per fare i programmi. Ma con Insinna succede qualcosa di nuovo, non era mai successo che un conduttore pretendesse la testa di un dirigente e la ottenesse. Se poi la dirigente si chiama Fatma Ruffini, cioè colei che ha fatto la storia di Mediaset e della tv, è il segno di una decadenza manageriale che delega il proprio ruolo e si rassegna ai diktat di un artista.

 

Pietro Berna

 

(Nella foto Flavio Insinna)