Pubblicato il 15/12/2023, 19:02 | Scritto da La Redazione
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La Tv del dolore avvicina Vip e “persone comuni”

La Tv del dolore avvicina Vip e “persone comuni”
Ogni giorno, o quasi, i mass media sono occupati da personaggi pubblici che raccontano al pubblico le loro sofferenze. C'è chi ha lottato disperatamente contro la depressione. Chi ha subito un tradimento da cui stenta a riprendersi. Chi ha scoperto di avere una malattia estremamente rara. Chi ha patito e magari patisce ancora l'inferno di una dipendenza. Così su TPI.

Che bello, anche i ricchi piangono

TPI, di Riccardo Bocca, pag. 66

Ogni giorno, o quasi, i mass media sono occupati da personaggi pubblici che raccontano al pubblico le loro sofferenze. C’è chi ha lottato disperatamente contro la depressione. Chi ha subito un tradimento da cui stenta a riprendersi. Chi ha scoperto di avere una malattia estremamente rara. Chi ha patito e magari patisce ancora l’inferno di una dipendenza. Chi ha perso una persona cara e non riesce a darsi pace. Mille sono le sfumature dei dolori, e un miliardo o forse più le modalità con le quali ciascuno di noi le affronta. Unica invece è l’evoluzione che ha avuto in brevissimo tempo la scelta fatta da alcune persone note di condividere su televisioni, podcast e social i calvari che hanno affrontato nel corso della vita. Da principio sono stati gli autori dei vari programmi, a spingere le star del contemporaneo a raccontare i propri inferi.

Colpa della latitanza inarrestabile di idee, soprattutto in tv, che tra gli effetti collaterali ha appunto la costruzione di momenti impastati di confidenze e lacrime calde. Poi però il fenomeno è andato oltre il cinismo che anima i media e rinvigorisce gli ascolti. Nel senso che disvelare il proprio dolore, per i personaggi pubblici, ha assunto la forma di una terapia postmoderna. Un aiutino ben retribuito, insomma. Una carezza alla propria anima utile a sentirsi più empatici, più capiti, più abbracciati da chi guarda o ascolta cosa accidenti ha riservato loro l’esistenza. Con l’aggiunta di una giustificazione morale che suona più o meno così: esibire i propri malanni o le proprie dannazioni aiuta chi sta seduto sul divano domestico – e magari affronta le medesime situazioni – a gestirle con maggiore serenità. Che è una sciocchezza epica, purtroppo, prodotta da menti egoriferite che pensano di potersi ergere a paladini della sfida ai mali. Tipica merce figlia di una cultura in cui la superficialità dell’esibizione, anche su temi drammatici, prevale sulla sostanza.
(Continua su TPI)

 

 

 

 

 

(Nella foto Belen)