Pubblicato il 11/12/2023, 13:03 | Scritto da La Redazione

Gino Cecchettin da Fabio Fazio: “Dite Ti Amo alle vostre compagne”

Gino Cecchettin da Fabio Fazio: “Dite Ti Amo alle vostre compagne”
«Io voglio amare, non voglio odiare. Mi trovo senza una moglie, senza una figlia ma con una possibilità, quella di gridare che dobbiamo fare tutti qualcosa». L'urlo gentile di Gino Cecchettin, il papà di Giulia, serve a scandire che la violenza sulle donne, in ogni sua forma. Così su La Repubblica.

Il padre di Giulia in tv “L’odio non serve a nulla voglio essere come lei”

la Repubblica, di Rosario Di Raimondo, pag. 21

«Io voglio amare, non voglio odiare. Mi trovo senza una moglie, senza una figlia ma con una possibilità, quella di gridare che dobbiamo fare tutti qualcosa». L’urlo gentile di Gino Cecchettin, il papà di Giulia, serve a scandire che la violenza sulle donne, in ogni sua forma, «è un problema molto serio che va risolto. Vorrei dire una cosa ai maschi: dite “ti amo” alle vostre compagne, non “ti voglio bene”. Ditelo, ditelo spesso. Fatelo in questo momento». Un nastro rosso appuntato sulla giacca, le mani giunte per dire «grazie» al pubblico: Cecchettin torna a parlare in pubblico da Fabio Fazio a “Che Tempo Che Fa“, cinque giorni dopo il suo discorso ai funerali della figlia. La sua voce calma ribadisce l’idea di continuare una battaglia e annuncia che a febbraio Giulia dovrebbe ricevere la laurea in ingegneria biomedica che non ha potuto prendere. Perché l’ll novembre, un mese fa, è stata uccisa a 22 anni dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Già dal giorno dopo la scomparsa «ho iniziato a piangere, un padre certe cose le sente», dice Gino.

Poi è iniziato un percorso che è sfociato in quel discorso destinato ad arrivare nelle scuole: «Mi sono astratto da quello che era mero dolore per capire dove avessi sbagliato io. E per cercare di dare un aiuto a chi ancora ha la possibilità di salvarsi. Sono qui perché combatto una battaglia». Contro la violenza sulle donne: «Quando ho sentito Elena (la sorella di Giulia, ndr) parlare di patriarcato, mi ha interdetto. La supporterò in tutte le sue battaglie. Patriarcato significa che c’è un concetto di possesso, la donna vista come proprietà di qualcun altro. Usiamo l’espressione “la mia donna”, sembra innocua ma non è così. Non è tua». Da dove cominciare per cambiare? «Dalle espressioni di tutti i giorni. Di recente stavo parlando con un amico e ho detto: “Facciamo un discorso da uomo a uomo”. Mi sono bloccato subito». Rifiuta il concetto di “mostro”, e non è un caso che Gino dica: «Nel caso di Giulia stiamo parlando di normalità, dobbiamo capire le cause che portano una persona normale a commettere certi gesti».
(Continua su La repubblica)

 

 

 

 

 

(Nella foto Gino Cecchettin)