Pubblicato il 22/11/2023, 19:04 | Scritto da La Redazione

Sul patriarcato l’opposizione a Giorgia Meloni la fa Lilli Gruber

Legge antiviolenza, c’è l’unanimità Patriarcato, scontro Meloni-Gruber

Corriere della Sera, di Adriana Logroscino, pag. 6

Il disegno di legge Roccella per il rafforzamento della disciplina in vigore — il cosiddetto Codice rosso — contro i femminicidi trova il consenso unanime della commissione Giustizia al Senato e potrebbe essere affrontato in Aula già oggi. Tuttavia il dibattito, innescato dall’omicidio di Giulia Cecchettin, sulle strategie per combattere la cultura da cui la violenza di genere dipende, continua a contrapporre nel contesto politico. Giorgia Meloni respinge l’osservazione mossale dalla conduttrice di Otto e mezzo su La7 Lilli Gruber: «Non si può negare che in Italia ci sia una forte cultura patriarcale e che questa destra-destra al potere non la sta proprio contrastando». E la premier lo fa dedicando alla giornalista un post sui social corredato da una foto che la ritrae con la mamma, la nonna e la figlia. «Non so come certe persone trovino il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo. Io sarei espressione di una cultura patriarcale. Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di “cultura patriarcale” della mia famiglia. Davvero senza parole». Gruber replica difendendo il pensiero «libero e critico ben tutelato dalla Costituzione». E rimprovera alla premier di interloquire poco volentieri con la stampa.

«Considero l’attacco di Giorgia Meloni una prima dimostrazione della sua volontà di aprire un dialogo costruttivo, un esercizio di democrazia al quale lei è poco abituata. Le porte di Otto e mezzo sono sempre aperte. Rimane pericoloso, per il buon funzionamento democratico, quando un/una presidente del Consiglio attacca direttamente la stampa e singoli giornalisti». Per poi aggiungere ieri sera, sempre in trasmissione: «Una o un presidente del Consiglio che attacca direttamente un giornalista, nelle democrazie mature non accade». Ci pensano i ministri Francesco Lollobrigida e Daniela Santanché a respingere l’accusa: «Un paradosso ritenere Giorgia di cultura patriarcale. Si spiega solo con la faziosità oggettiva». In difesa della giornalista si esprimono le esponenti delle opposizioni Sandra Zampa (Pd), Luana Zanella (Verdi e sinistra) e Vittoria Baldino (M5S). La vicecapogruppo dei grillini alla Camera, in particolare, sollecita Meloni ad attaccare non «una giornalista», ma la «squallida strumentalizzazione di alcuni giornali di riferimento della destra, che incitano all’odio nei confronti delle donne». Al di là delle polemiche, poi, ci sono i tentativi di lavorare sulla prevenzione.
(Continua sul Corriere della Sera)

 

 

 

 

 

 

(Nella foto Lilli Gruber)