Pubblicato il 20/11/2023, 17:14 | Scritto da La Redazione

La Tv è sempre più in streaming

La Tv è sempre più in streaming
La possibilità di accedere a un vasto catalogo di contenuti e a un'esperienza di visione altamente personalizzata, permettendo di decidere cosa guardare e quando farlo; la possibilità di scaricare i contenuti per la visione offline; la flessibilità delle formule di abbonamento. Sono alcuni dei fattori che stanno favorendo la popolarità dello streaming tra gli italiani. Così su Repubblica - Affari e Finanza.

Cresce lo streaming piace ai più giovani

La Repubblica Affari e Finanza, pag. 53

La possibilità di accedere a un vasto catalogo di contenuti e a un’esperienza di visione altamente personalizzata, permettendo di decidere cosa guardare e quando farlo; la possibilità di scaricare i contenuti per la visione offline; la flessibilità delle formule di abbonamento. Sono alcuni dei fattori che stanno favorendo la popolarità dello streaming tra gli italiani. Un servizio che ha rivoluzionato radicalmente il mondo dell’intrattenimento, mandando in pensione Dvd e Blu-ray che una volta erano la principale fonte di contenuti multimediali, e che vede un pubblico crescente di appassionati. Come rileva anche il sesto rapporto Auditel-Censis “La Nuova Italia Televisiva”. «Nel 2023, 26 milioni e 300 mila italiani, il 45,8% del totale, ha fruito di contenuti televisivi su piattaforme e siti web nel 2017 erano il 27% del totale e non raggiungevano i 16 milioni», sottolinea Andrea Imperiali, presidente di Auditel. «Sono quindi aumentati del 66,2% nei sette anni considerati, con una spinta decisiva nell’anno della pandemia che si è mantenuta negli anni successivi (più 7,3% dal 2022 al 2023)». Uno scenario che vede protagonisti sul palcoscenico globale grandi gruppi multinazionali, ma nel quale i broadcaster italiani non si sono fatti trovare impreparati, rileva Imperiali. «Oggi con i loro cataloghi e le loro piattaforme hanno infatti dimostrato di poter tenere con gli ascolti lineari e recuperare preziose quote di ascolto aggiuntivo sulle piattaforme digitali».

Il pubblico dello streaming appartiene a tutte le fasce di età: i più numerosi in valore assoluto sono gli adulti tra i 45 e i 64 anni, anche se l’incidenza maggiore si ha tra adolescenti e giovani, che in oltre il 70% dei casi dichiarano di guardare contenuti audio e video utilizzando servizi e piattaforme on line, gratuiti o a pagamento. Solo una minoranza (il 7,7%) di anziani con più di 65 anni si collega invece a internet per seguire programmi e contenuti audio e video, una quota che pero dal 2017 a oggi è cresciuta del 136,3%. Lo streaming viene utilizzato soprattutto per guardare i film; inoltre, prevalgono gli utenti abituali: il 16,9% del totale dichiara di accedere ai menù delle piattaforme online tutti i giorni, mentre il 50,7% lo fa con una cadenza di almeno due giorni alla settimana. Solo una quota minoritaria accede al web una sola volta a settimana per seguire programmi e contenuti video o lo fa ancora più raramente. «Il sesto Rapporto Auditel-Censis si rivela, una volta di più, strumento prezioso per chi ha il compito di guidare il Paese e per il mercato», osserva Imperiali. «Emergono molti dati positivi sulla modernizzazione in atto, ma anche la necessità di implementare l’accesso alla banda larga previsto dal Pnrr. Altrimenti si creerà una situazione di squilibrio e di svantaggio per milioni di famiglie italiane».
(Continua su La Repubblica Affari e Finanza)