Pubblicato il 14/11/2023, 13:04 | Scritto da La Redazione

Pier Luigi Celli promuove Beppe Grillo in Tv

Pier Luigi Celli promuove Beppe Grillo in Tv
É stato un momento di grande televisione, come non si vedeva da tempo. Mi è piaciuto molto". Pier Luigi Celli, dirigente d'azienda e direttore generale della Rai dal 1998 al 2001, non ci gira troppo intorno: quella di Beppe Grillo da Fabio Fazio è stata alta televisione. Così la sua intervista a Il Fatto Quotidiano.

“I programmi oggi sono costruiti ad arte, Beppe svetta perché resta imprevedibile”

Il Fatto Quotidiano, di Gianluca Roselli, pag. 6

É stato un momento di grande televisione, come non si vedeva da tempo. Mi è piaciuto molto”. Pier Luigi Celli, dirigente d’azienda e direttore generale della Rai dal 1998 al 2001, non ci gira troppo intorno: quella di Beppe Grillo da Fabio Fazio è stata alta televisione. Del resto i numeri parlano chiaro: Che tempo chefa, in onda sul Nove, ha polverizzato pure gli ottimi risultati precedenti arrivando a quasi 2 milioni e mezzo di telespettatori per il 12,1 per cento di share, battuto solo dalle fiction di Rail e Canale 5. Per lunghi minuti è sembrato di esser tornati indietro nel tempo: a Te la do io l’America o alle performance all’interno di Fantastico o a Sanremo. Momenti che hanno segnato la storia della Tv italiana.

Dottor Celli, cosa le è piaciuto dello show di Grillo?

Il fatto che si sia trattato di una tvverità. L’uomo Grillo s’è messo a nudo, come padre e come politico, facendo auto- critica sul suo progetto dell’ultima quindicina d’anni, il Movimento 5 Stelle, fino a imporsi un’autoflagellazione non necessaria. Grillo ha interpretato semplicemente se stesso, rivolgendosi direttamente al pubblico in sala e a casa E stato un momento di grande televisione fatta da un personaggio che conosce perfettamente ogni singolo momento del meccanismo della Tv, che ha piena consapevolezza del suo pensiero e di chi lo sta ascoltando. Insomma, un grande animale televisivo.

Come forse non ce ne sono più?

É proprio questo il punto: il suo monologo, dove anche Fazio ha avuto un ruolo importantissimo – perché anche Fabio è un grande uomo di Tv – spicca proprio se paragonato al resto, a pro- grammi miseri, piatti, mediocri. Dove i copioni sono tutti già scritti e non c’è mai un brivido di sorpresa. Più un conduttore è scarso e più si lega mani e piedi al copio- ne, alla scaletta, senza un minimo d’improvvisazione. Invece le persone si sintonizzano su un canale proprio quando sanno che lì potranno vedere qualcosa di unico e sorprendente. Ma la Tv attuale ha anche altri difetti.

Quali?

Innanzitutto si occupa assai poco di grandi temi. Poi è una Tv fittizia, falsa, costruita ad arte, dove appunto tutto è già scritto. Basti vedere i talk politici: sono tutti uguali, si mettono insieme persone che la pensano diversamente al solo scopo di farle litigare, sperando così di alzare l’audience. Ma sono stratagemmi di corto respiro. Mancano i grandi conduttori e forse anche i grandi autori. La Rai ultimamente si è lasciata scappare diversi grossi nomi. Premesso che va male la Rai, maya male pure Mediaset, in Viale Mazzini si è certamente commesso l’errore di lasciare andar via nomi di rilievo, a partire dallo stesso Fazio e tutti gli altri, che nel corso degli anni si sono conquistati audience e pubblico. Si vede che non erano più funzionali a un certo progetto, a un disegno politico.

Per sostituirli con chi?

Non si sa. Non mi pare che i nuovi abbiano portato risultati. Questo programma di Nunzia De Girolamo, per esempio, si poteva evitare senza averne alcun danno. Vedo troppi conduttori scelti solo per appartenenza politica.
(Continua su Il Fatto Quotidiano)

 

 

 

 

 

 

(Nella foto Beppe Grillo e Fabio Fazio)