Pubblicato il 07/11/2023, 17:03 | Scritto da La Redazione
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É “finita la pacchia” per le serie Tv

É “finita la pacchia” per le serie Tv
Peter Beskind che scrive di televisione è una notizia. L’uomo che per primo ha capito e raccontato la nuova Hollywood - in “Easy Rider, Ragin Bulls:  How the Sex-Drugs-and Rock 'n' Roll Generation Saved Hollywood"' (uscì nel 1998, edizioni italiane non disponibili, dice Amazon)- ha lasciato il cinema per la tv. Così su Il Foglio

Età dell’oro addio

Il Foglio, di Mariarosa Mancuso, pag. 2

Peter Beskind che scrive di televisione è una notizia. L’uomo che per primo ha capito e raccontato la nuova Hollywood – in “Easy Rider, Ragin Bulls:  How the Sex-Drugs-and Rock ‘n’ Roll Generation Saved Hollywood”‘ (uscì nel 1998, edizioni italiane non disponibili, dice Amazon)- ha lasciato il cinema per la tv. Il suo nuovo libro esce oggi negli Stati Uniti: “Pandora’s Box“. Il vaso di Pandora, che secondo il mito greco che racchiudeva i mali del mondo: malattia, pazzia, vizio, vecchiaia. Pandora era una donna curiosa, e scoperchiò il vaso spargendo malanni ne! mondo. (Ogni riferimento a Pandora nei film “Avatar” è perlomeno bizzarro).
Down and Dirty Pictures” (uscito nel 2004) era dedicato al cinema indipendente: alla Miramax quando aveva successo, e faceva vincere a “Pulp Fiction” la Palma d’oro a Cannes. Altro momento d’oro, durato poco. Il cinema è ora catturato dalla monocultura supereroica, prima delusione. In “Pandora Box” Biskind ne aggiunge un’altra. Si era parlato della serie come del romanzo per il nuovo millennio, l’Ottocento aveva già fatto la sua parte. Stavamo beati a guardare “I Soprano” che davvero funzionava come un grande romanzo, in 86 episodi e 6 stagioni (del finale “a luci spente” si discute ancora). Ora invece tocca guardare “Ted Lasso“: con tutto il rispetto, una commedia a sfondo sportivo che inspiegabilmente vince premi e ha i suoi fan.
Siamo della scuola che, se avanzasse tempo, ricomincerebbe dai “Soprano” o da “Mad Men”, dal primo all’ultimo episodio. Fa piacere sapere da Biskind che le writer’sroom dell’epoca erano “inferni di competizione e pugnalatealle spalle” (anche per questo hanno scioperato gli sceneggiatori: per tornare a lavorare in gruppo, con il tempo necessario per sviluppare trame e personaggi). Poi anche la Hbo si è sentita costretta a prendere tutto, per timore che un progetto rifiutato diventasse un successo altrove. Era finita l’epoca dei rischi, della voglia e della possibilità di scommettere su un progetto originale e stravagante. Bisognava fare soldi. E per fare soldi bisognava spenderli.
(Continua su Il Foglio)

 

 

 

 

 

(Nella foto Squid Games)