Pubblicato il 06/11/2023, 17:01 | Scritto da La Redazione
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Nonostante tutto il pezzotto è ancora ancora lontano dall’essere battuto

Nonostante tutto il pezzotto è ancora ancora lontano dall’essere battuto
I pirati del calcio e dei film, armati del pezzotto, viaggiano compatti come una falange macedone. A unirli è un collante formidabile: le centinaia di milioni che guadagnano. Sul fronte opposto, quello dei "buoni", ci sono crepe e incomprensioni. Così Aldo Fontanarosa su Repubblica Affari & Finanza.

La lite minuto per minuto tra pay-tv e fornitori web frena la lotta al pezzotto

repubblica affari & finanza, di Aldo Fontanarosa, pag. 41

I pirati del calcio e dei film, armati del pezzotto, viaggiano compatti come una falange macedone. A unirli è un collante formidabile: le centinaia di milioni che guadagnano. Sul fronte opposto, quello dei “buoni”, ci sono crepe e incomprensioni. Le pay-tv e la Lega Calcio – che perdono una fortuna per colpa del pezzotto – non si intendono con le società di Internet (Telecom, Vodafone e le altre) che dovrebbero oscurare i siti pirata. In mezzo a tanta tensione, il governo è interventista: vuole che i siti criminali siano affondati subito, sempre e comunque. Invece il Garante delle Comunicazioni (l’AgCom) – come da sua natura – guarda alla sostenibilità legale delle procedure. Il 12luglio 2023, con voto unanime, il Senato approva la legge Maccanti-Mollicone. Le nuove norme anti-pezzotto puntano a un risultato forte: i siti illeciti devono essere oscurati entro 30 minuti dall’inizio della partita. E il 27 luglio il Garante si dota di un Regolamento che sposa la stessa filosofia della legge. Perché l’oscuramento in 30 minuti sia possibile, serve pero una “linea rossa”. Una volta scovato il sito pirata, la Lega Calcio e le pay-tv informeranno in tempo reale il Garante (l’AgCom) che ordinerà alle società di Internet di silurare il nemico. A creare la piattaforma di dialogo, che funzionerà in modo automatico, sarà il Garante. Neanche il tempo di festeggiare l’approvazione di regole lineari e concrete, ed ecco la tensione salire nel fronte dei “buoni”. Il primo agosto, la Lega Calcio bussa alla porta di un notaio di Roma, per firmare un atto di donazione diretta. La Lega Calcio regala al Garante (l’AgCom) la piattaforma di monitoraggio dei siti pirata che lei – la Lega Calcio – da tempo ha creato al suo interno. Questo apparente atto di generosità – il dono della piattaforma interna – nasconde una preoccupazione.

La Lega Calcio teme che il Garante metterà in piedi la “linea rossa” – la sua piattaforma di comunicazione, come legge impone – troppo lentamente. Il 7 settembre 2023 il Garante convoca il tavolo tecnico che dovrà dare vita alla piattaforma di dialogo, alla sua “linea rossa”. E in quelle ore prende forma un’altra novità che alimenta la tensione: la “prova digitale forense”. Nei mesi scorsi, il Garante ha oscurato oltre 110 siti pirata, grazie alle vecchie norme di salvaguardia. E alcuni di questi siti – incredibilmente – hanno fatto poi causa lamentando dei vizi procedurali. Per questo il Garante – con il tacito appoggio di alcune società di Internet – pensa che la Lega Calcio e le pay-tv (Dazn, Sky e le altre) debbano produrre la “prova digitale forense”, così da certificare che una violazione del diritto d’autore è davvero in atto. La Lega Calcio e le pay-tv dovrebbero allegare – alla richiesta di spegnimento – una relazione tecnica. La relazione includerà il fermo immagine del sito pirata (intanto che propone la partita) e informazioni tecniche sul flusso di traffico che genera. La Lega Calcio e le pay-tv prendono male la possibile soluzione. Acquisire la “prova digitale forense” è una operazione così complessa – dicono – da demolire il pilastro della nuova legge anti-pezzotto. Oscurare un sito criminale entro 30 minuti dall’inizio della gara diventerebbe impossibile. Le società di Internet pongono – stavolta direttamente alle pay-tv – un’altra questione ancora: chi paga? Il sistema di oscuramento mirato dei siti criminali produrrebbe costi che, a loro dire, dovrebbero ricadere sulle pay-tv. Le norme in campo avrebbero potuto prevedere che fosse lo Stato a pagare (si tratta di una manciata di milioni, in fondo); ma non lo fanno chiaramente. Il 22 ottobre, il governo entra in questa partita. Il ministro Luca Ciriani presenta un emendamento a un decreto che, con il calcio, non c’entra niente. È il decreto Caivano che le commissioni Affari costituzionali e Giustizia discutono al Senato, per convertirlo in legge. L’emendamento, fatto insolito, inasprisce la legge Maccanti-Mollicone che il Parlamento ha varato solo tre mesi e mezzo prima (a luglio 2023).
(Continua su Repubblica Affari & Finanza)

 

 

 

 

 

(Nella foto una partita di Serie A)