Pubblicato il 19/10/2023, 19:01 | Scritto da La Redazione
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I 70 anni di Barbara Palombelli: “Se vuoi la libertà te la devi conquistare”

I 70 anni di Barbara Palombelli: “Se vuoi la libertà te la devi conquistare”
Auguri a Barbara Palombelli, che aveva 15 anni nel'68 e che oggi compie 7o anni. Giornalista di carta stampata (L'Europeo, Panorama, Corriere, Repubblica, di nuovo Corriere), di radio e di televisione in Rai e in Mediaset, oggi su Canale 5 e Rete 4 con Forum, testimone di un'Italia che è cambiata, ma non abbastanza.

«Con Giuliano Ferrara saltai da una finestra La domanda ad Andreotti suggerita da un tassista»

Corriere della Sera, di Maria Luisa Agnese, pag. 29

Auguri a Barbara Palombelli, che aveva 15 anni nel’68 e che oggi compie 7o anni. Giornalista di carta stampata (L’Europeo, Panorama, Corriere, Repubblica, di nuovo Corriere), di radio e di televisione in Rai e in Mediaset, oggi su Canale 5 e Rete 4 con Forum, testimone di un’Italia che è cambiata, ma non abbastanza. Con lei ripercorriamo le tappe di una generazione.

Emozionata, si festeggia?

«Mai festeggiato, mai spento le candele, neppure a i8 anni e neppure questa volta, mai fatto per me; poi per gli altri, i figli, si fa».

Scaramanzia?

«Non credo, è che la festa obbligata mi mette malinconia. Anche quando ci siamo sposati con Rutelli eravamo in 4, alle 8 del mattino: non dipende dall’età».

Partiamo dal ’68, che faceva?

«Lavoravo, ho iniziato a 15 anni, in seconda liceo scientifico. U pomeriggio facevo la segretaria di una scuola di danza: volevo essere autonoma, mio padre diceva: “Se vuoi la libertà, te la devi conquistare”».

Ma intanto intorno a lei c’era un mondo in tumulto.

«Certo, intorno a me c’erano Giuliano Ferrara e Paolo Mieli che non erano ancora direttori di giornali, erano ragazzini che giocavano a fare la rivoluzione al liceo come me. Io ero sempre quella più piccola, quella che li inseguiva. Una volta ricordo che proprio inseguendo Giuliano Ferrara a Valle Giulia sono capitata in una delle aule dove il fratello di mia nonna, che era architetto, stava facendo lezione. Io mi buttai dalla finestra, sempre seguendo Giuliano. Un salto di due metri. Ci siamo anche divertiti».

Un ’68 allegro e leggero.

«I primi anni era così. Però i grandi ci dicevano: se volete parlare, documentatevi…».

Non un ’68 da 6 politico?

«No, quello viene dopo. All’inizio era il Movimento degli studenti. Ecco, la cosa più bella per me è scoprire che le persone con cui ho passato quel periodo sono ancora le persone che amo. Non ci sono fratture ma una continuità che mi tiene compagnia, mi conferma anche che ho vissuto una bella vita».

E all’università?

«Anche lì lavoravo, facevo ricerche per la Rai: facevamo il lavoro che oggi fai con un clic su Google. Poi quando è morto mio padre, che era un agente di cambio, e ci siamo ritrovate senza una lira, il marito di Ida Magli, Adriano, che era professore ma anche vice direttore di Radio 2, mi ha segnalato insieme ad altri per un contrattino Rai».

Poi arrivò il giornalismo.

«Quello c’è sempre stato, a sei anni facevo giornaletti e li vendevo ai familiari. Poi da ragazza sono andata a bussare a tutti i giornali, Espresso, Repubblica, Corriere, mi sono presentata dicendo: “Mi piacerebbe scrivere”».

Comunque, a fine anni ’70 la carta stampata.

«Nel ’79 sono arrivata all’Europeo. Ma il giorno più bello della mia vita professionale è stato quando sono entrata in via Solferino per firmare il contratto di inviata al Corriere con Ugo Stille. Ho portato a Milano anche mia madre: mi aspettava al bar sotto. Gli anni ’90 invece li ho fatti a Repubblica, mi sono molto divertita, con Di Pietro, Berlusconi: andavano fatti lì, era come stare al cinema».

Tanta tv e tanti giornali. Qual è la differenza?

«La tv mi è sempre sembrata una cosa molto facile. La carta stampata richiede più fatica. Quando Gianni Letta mi invitò la prima volta a Italia domanda a intervistare Andreotti, mi sono detta: fai una domanda e via. Pensavo che la tv fosse un modo per accendere la luce sulla tua firma».

Una domanda e via, però deve essere quella azzeccata!

«Sì, e siccome arrivai in ritardo feci la domanda suggerita dal tassista: “Onorevole, dove lo trova il tempo pe fa’ i libri?”. E mentre i colleghi facevano tutti quei pipponi, io chiesi quello che si domandava la gente a cena».
(Continua sul Corriere della Sera)

 

 

 

 

 

 

(Nella foto Barbara Palombelli)