Pubblicato il 06/09/2023, 15:03 | Scritto da La Redazione
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Le Big Tech contro la UE: no al Digital Markets Act

Le Big Tech contro la UE: no al Digital Markets Act
Che Apple e Microsoft appartengano ai giganti digitali sui quail l'Ue sta cercando di intervenire col Digital Markets Act (DMA), non c'è alcun dubbio. La prima è la società con la più alta capitalizzazione di mercato al mondo, con un valore che oscilla attorno ai 3 trilioni di dollari. Così Biagio Simonetta su Il Sole 24 Ore.

Apple e Microsoft pronte a dare battaglia sul Markets Digital Act

Il Sole 24 Ore, di Biagio Simonetta, pag. 25

Che Apple e Microsoft appartengano ai giganti digitali sui quail l’Ue sta cercando di intervenire col Digital Markets Act (DMA), non c’è alcun dubbio. La prima è la società con la più alta capitalizzazione di mercato al mondo, con un valore che oscilla attorno ai 3 trilioni di dollari. La seconda segue a ruota. Parametri finanziari molto chiari, insomma: per entrare nel faro del DMA basta una market cap da 75 miliardi. Ma anche i loro servizi (rispettivamente iMessage di Apple e Bing di Microsoft) dovranno farei conti con le nuove norme imposte da Bruxelles? Qui la risposta sembra meno scontata, e ha già aperto un fronte caldissimo fra le due big company e il regolatore Ue. Il motivo è presto detto: iMessage e Bing sono servizi tutt’altro che dominanti nei loro rispettivi settori e potrebbero non arrivare a quei 45 millo La forza di IMessage ¡Message di Apple è una piattaforma che consente lo scambio di messaggi (testo, audio, video, immagini ecc.) fra utenti iPhone. Una sorta di WhatsApp che chi compra un iPhone si trova di serie sul suo dispositivo. Apple non ha mai rilasciato numeri ufficiali relativi all’uso di ¡Message, ma in considerazione del fatto che si tratta di un servizio disponibile per chiunque possieda un iPhone, potenzialmente ha almeno un miliardo di utenti (1,3 miliardi secondo le ultime stime). La differenza sostanziale con WhatsApp, in questo caso, è tutta sull’utilizzo: aldilà del fatto che iMessage sia un’app di default (che dunque fa grandi numeri senza un download degli utenti, ndr), l’uso quotidiano della piattaforma non sembra poter competere con WhatsApp. E la ragione è spiegata dal fatto che iMessage è associata ai vecchi Sms, piattaforma ormai in disuso, e risulta operativa solo se i due utenti che comunicano hanno entrambi un iPhone.

II motore di Microsoft Bing è invece il motore di ricerca di Microsoft. Si è preso le prime pagine dei giornali tecnologici, in questo 2023, perché è proprio su Bing che il colosso di Redmond sta cercando di riversare la potenza di ChatGPT, integrando il chatbot sviluppato da OpenAl nel motore, che adesso è in grado di fornire non solo i risultati della ricerca, ma anche risposte intelligenti alle domande degli utenti. Secondo le più recenti stime, la penetrazione di Bing nel mercato dei motori di ricerca è di circa il 3%, e non disturba il dominio di Google. Lo scontro con l’UE Con iMessage che non può competere con WhatsApp e Bing che non scalfisce la leadeship di Google, Apple e Microsoft sono pronte a dar battaglia all’Ue per le scure previste dal Digital Markets Act. Apple, secondo quanto raccolto dal Financial Times, sostiene che iMessage non abbia raggiunto la soglia di numero di utenti alla quale si applicano le regole (45 milioni, ndr) e quindi non dovrebbe rispettare gli obblighi che includono l’apertura del servizio ad app rivali come WhatsApp. Situazione simile per Bing, che vorrebbe fosse riconosciuto il dominio di Google nei motori di ricerca. Se coperto dalle nuove regole, Bing dovrebbe offrire agli utenti la scelta di altri motori di ricerca, induso quello di Google. Una situazione che potrebbe finire per dare una mano a Google ad aumentare la sua quota di mercato. Allo stato attuale, a Bruxelles stanno ancora riflettendo sull’inclusione di iMessage e Bing nella lista finale delle piattaforme soggette al Digital Markets Act.
(Continua su Il Sole 24 Ore)

 

 

 

 

(Nell’immagine il logo Apple)