Pubblicato il 31/08/2023, 19:04 | Scritto da La Redazione

Carlo Verdone: Il futuro dei nostri giovani? Oscuro

Carlo Verdone: Il futuro dei nostri giovani? Oscuro
Ieri, oggi e domani: Carlo Verdone sullo schermo racconta sé stesso e non solo. Dal 15 settembre su Paramount+ arriva la seconda stagione di Vita da Carlo. Sono dieci episodi di mezz'ora in cui il grande attore, regista e scrittore mette in scena la sua quotidianità e tutte le turbolenze che la accompagnano. Così su Famiglia Cristiana.

Carlo Verdone É dura stare calmi in questo pazzo mondo

Famiglia Cristiana, di Gian Luca Pisacane, pag. 30

Ieri, oggi e domani: Carlo Verdone sullo schermo racconta sé stesso e non solo. Dal 15 settembre su Paramount+ arriva la seconda stagione di Vita da Carlo. Sono dieci episodi di mezz’ora in cui il grande attore, regista e scrittore mette in scena la sua quotidianità e tutte le turbolenze che la accompagnano. Si parte da un suo libro, La carezza della memoria. Verdone nella serie vuole realizzare un film d’autore, tratto dal suo bestseller. Ma non sarà facile. Il produttore è da convincere, e gli impone i suoi attori. Intanto gli amici di sempre rendono le giornate tempestose, mentre i figli cercano una loro identità tra giustizia e attivismo. Sbocciano nuovi amori e anche la governante si rivela tutt’altro che quieta. Dietro la macchina da presa c’è sempre Verdone, che si alterna con Valerio Vestoso. Nel cast spiccano anche Max Tortora, Sangiovanni, Stefania Rocca e tanti protagonisti come Zlatan IbrahimoviEl, Maria De Filippi, Christian De Sica e Gabriele Muccino. Questa volta l’avventura sarà ancora più appassionante della precedente. «Molti avvenimenti sono romanzati, però c’è un tessuto di base che mi appartiene. Parlo delle difficoltà, dei timori, delle pressioni, specialmente della ricerca della calma e di un certo equilibrio interiore. Sono temi che fanno parte della mia vita. In realtà non ho mai cercato di fare un film lontano dalla commedia, la mia speranza è magari un giorno di riuscirci. Qui c’è molto di me, anche succube del mondo femminile. È sempre stato così, e in qualche modo lo apprezzo. Ho cercato di essere me stesso, di avere le mie movenze un po’ sgraziate, di essere naturale», spiega Verdone.

Quali ricordi ha di Carlo Verdone da giovane?

«Era molto felice. Oggi i ragazzi hanno mille problemi, dentro e fuori. Io stavo bene, avevo una famiglia solida, spiritosa, con un bel salotto che mi faceva incontrare persone importanti. I miei genitori mi hanno insegnato a frequentare tutti, ad assaporare il quartiere tra Trastevere e Campo de’ Fiori. Tra quelle strade ho coltivato amicizie che spaziavano dal figlio del conte a quello del meccanico. Mi hanno dato tanto. La musica degli anni Sessanta è stata la mia colonna sonora, in un decennio leggero, positivo. Oggi camminare e scambiarsi sorrisi è difficile».

Come vede il futuro per le nuove generazioni?

«Duro, difficilissimo, oscuro. Alcuni Paesi europei stanno affondando, il nostro continente è in declino. Le ricchezze si spostano, non sono ben distribuite. Pensiamo ad Angola, Vietnam, India. Non abbiamo neanche più il calcio, che si sta trasferendo in Arabia Saudita (ride, ndr). Vedo un Medioevo senza orizzonti. Una grossa crisi è, e sarà, quella della natalità. Non si tratta solo di trovare “l’anima gemella”, oggi purtroppo di uomini affidabili ce ne sono pochi. Gli stipendi sono talmente bassi che è tragico arrivare a fine mese. E ancora: la scuola? L’asilo? La tata? La farmacia? Le vacanze? Le bollette? Sono spese enormi, a volte insostenibili. Io sono benestante, inutile essere ipocriti. Ma bisogna essere attenti a come si spende, un tempo il potere d’acquisto era molto più alto».

Quali dovrebbero essere i punti di riferimento, specie in un momento in cui i generali dell’esercito si paragonano a Giulio Cesare?

«Lo fanno senza conoscere bene la Storia. Giulio Cesare amava sia gli uomini che le donne, come la maggior parte degli antichi romani. C’è tanta ignoranza, non sappiamo a chi rivolgerci. Manca l’armonia, sembra utopico raggiungerla. Il razzismo è una piaga tremenda, irrisolta, che temo non avrà mai una fine. Il livello dei femminicidi è altissimo, i dati spaventano. Questo è un sintomo di debolezza maschile, che gli uomini provano a mascherare travestendosi da miserabili lupi. C’è tanta confusione. E poi la cancel culture, che distrugge e decontestualizza. Se andiamo avanti così non resterà più nulla. Anche io oggi non avrei potuto girare parecchi film. Siamo circondati da atteggiamenti estremi, folli, calati in una realtà che faccio un po’ fatica a capire, ma che in qualche modo devo raccontare…
(Continua su Famiglia Cristiana)

 

 

 

 

 

(Nella foto Carlo Verdone)