Pubblicato il 31/08/2023, 09:01 | Scritto da Francesco Sarchi

Netflix, è il giorno di One Piece: il manga dei record diventa serie Tv

Netflix, è il giorno di One Piece: il manga dei record diventa serie Tv
Oggi è disponibile in tutto il mondo l’adattamento live action dell’epopea ideata dal mangaka Eiichirō Oda. Riuscirà a replicare il successo dell’opera originale? Noi l’abbiamo visto in anteprima per voi ed ecco cosa ne pensiamo.

Fumetti e serie Tv, binomio vincente?

Da oggi ogni abbonato a Netflix in tutto il pianeta potrà vedere le otto puntate che compongono la prima stagione di One Piece, serie Tv che adatta quello che è il manga (fumetto giapponese) più venduto di sempre e vero e proprio fenomeno di massa.

Per chi non masticasse di fumetti e affini, vi basterà pensare che dal 1997 (anno della sua prima pubblicazione) ad oggi One Piece ha venduto ben più di 500 milioni di copie in tutto il mondo e che i manga (ormai sapete cosa sono) sono sempre fra i volumi più venduti nelle librerie italiane.

Se, ancora, pensate che manga e affini siano un prodotto di nicchia per bambini o adulti mai cresciuti veramente, l’anno scorso Mondadori ha rilevato il 51% del capitale sociale di Star Comics, casa editrice italiana con forte accento nipponico che pubblica, fra gli altri, grandi classici come Dragon Ball e Sailor Moon, manga del momento come My Hero Academia o Demon Slayer e, guarda un po’, proprio One Piece.

Dopo anni di cinecomics e adattamenti di qualsiasi genere di fumetto era inevitabile che qualcuno prendesse in considerazione di produrre una serie live action sul manga dei record di Eiichirō Oda e questo qualcuno è proprio Netflix che, dopo l’adattamento di Sandaman di Neil Gaiman dello scorso anno, continua a puntare forte sui pezzi da novanta della cultura pop mondiale.

Per chi non lo sapesse One Piece segue le vicende di Monkey D. Luffy, un ragazzo che ha il sogno di diventare il Re dei Pirati in un mondo dove la pirateria imperversa in tutti i mari e sono in tantissimi a cercare il One Piece, cioè il tesoro lasciato in eredità dall’ultimo Re dei Pirati, GolD Roger. Luffy formerà la propria ciurma con l’avanzare delle sue avventure nei mari e dimostrerà che non sempre i pirati sono i cattivi nelle storie.

Detto che, come succede spesso in questi casi, internet ha reagito con diffidenza all’annuncio e alle prime immagini di questo adattamento (memore di prodotti simili non proprio all’altezza usciti in passato), ci sentiamo di rassicurare il popolo della rete: avevate torto. Torto perché (e lo dico da lettore del manga, fan della prima ora ed affezionatissimo della Nona Arte) la serie Tv live action di One Piece, pur non essendo esente da qualche piccolo difetto, è un piacere per gli occhi e il cuore.

Io stesso, dopo le prime immagini pubblicate da Netflix, avevo paura di assistere a una (l’ennesima) recita di cosplayer (coloro che impersonano personaggi di fumetti, libri, serie Tv e film nelle fiere di settore) senza cuore e invece, probabilmente complice la presenza e “l’ultima parola” del deus ex machina Eiichirō Oda, non è una copia fatta con la carta carbone di manga e anime (i cartoni animati giapponesi) di One Piece, ma ha una propria idea di dove andare a parare e ha il coraggio di osare con delle sottili differenze rispetto all’opera d’origine che, però, non vanno a intaccare la struttura della storia del Sensei Oda.

Anche le scelte di casting sono più che azzeccate e, una volta accettato il fatto che certe caratteristiche fisiche di alcuni personaggi del manga non sono riproducibili in un live action, ci si affeziona da subito a ognuno dei protagonisti di questa serie che, dal canto suo, dimostra come sia possibile metterci il cuore e non deludere le aspettative dei fan (o, almeno, della maggior parte di essi) se c’è la reale volontà di fare le cose per bene e non mere operazioni commerciali che strizzano l’occhio ad appassionati di altre forme d’arte.

Personalmente mi sono emozionato parecchio a (ri)vedere la scena iniziale (no spoiler per chi non l’ha mai visto, “Ricchezza, fama e potere…” per tutti gli altri), ripercorrendo con la mente gli oltre 20 anni (l’anime arrivò su Italia 1 con il nome “All’Arrembaggio” nel 2001) che ci hanno portato fino a questo live action che ha tutte le carte in regola per replicare il successo del manga di One Piece e, perché no, attirare un pubblico nuovo che per diffidenza o pigrizia (il manga vanta più di 100 numeri e l’anime più di 1000 episodi) non aveva mai dato a One Piece l’occasione che merita. Perché, fidatevi, la merita.

Francesco Sarchi

(Nella foto One Piece)