Pubblicato il 28/08/2023, 19:02 | Scritto da La Redazione

Filippa Lagerbäck: Io, Italiana in Svezia e Svedese in Italia

Filippa Lagerbäck: Io, Italiana in Svezia e Svedese in Italia
Filippa Lagerbäck si lega a filo doppio con «Che tempo che fa». Ma la trasmissione non andrà più sulla Rai e passa a Nove. Lei alla fine ha annunciato che seguirà Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Così la sua intervista a Flavio Vanetti sul Corriere della Sera.

«Famosa grazie a una birra Al mio ex lasciai barche e auto Le ragazze oggi? Omologate»

Corriere della Sera, di Flavio Vanetti, pag. 25

Filippa Lagerbäck, si sente italiana o svedese?

«Italiana in Svezia e svedese in Italia. Gli italiani sono un po’ permalosi, ma hanno passione e gioia, doti che a noi del nord Europa mancano. E anche per questo che sono venuta qui, scoprendo che c’era curiosità verso di me: per strada volavano complimenti e fischi. Pensavo: che cosa vogliono? In Svezia nessuno ti dice nulla».

Papà psicologo, mamma medico: una famiglia «seriosa».

«Un disastro (risata). Mamma viene da una famiglia strutturata ed è rigida. Ho cominciato a fare la modella dopo il liceo, ma lei mi voleva subito all’università. Invece mi sono presa un anno sabbatico per provare a fare fortuna: ecco, sono ancora nel mio anno sabbatico…».

Di carattere è più simile al papà o alla mamma?

«Probabilmente a mia madre, donna attiva e amante della natura. I genitori hanno divorziato quando avevo pochi mesi: sono quindi cresciuta in una famiglia divisa e questo faceva sì che mamma, con la quale vivevo, imponesse le regole. Invece con papà, che vedevo soprattutto in vacanza, potevo essere più aperta».

In Italia è venuta grazie alla pubblicità della birra Peroni. All’epoca lo spot con la tedesca Solvi Stübing irritò le femministe.

«Davvero? Incredibile… Per me è stato un biglietto da visita, oltre che il simbolo della storia con mio marito: Daniele voleva “quella bionda per la vita”. Comunque all’estero la figura di una modella non era così enfatizzata».

Lei è femminista?

«Amo l’universo femminile e sono fortunata ad essere nata in un Paese nel quale la donna è molto libera. E fondamentale ribadire che uomo e donna devono essere sullo stesso piano: c’è ancora strada da fare, ma non si va avanti cambiando “avvocato” in “avvocata”; di recente è poi montato un polverone che non condivido. Quando Stella era piccola mi chiedevano: Daniele ti aiuta? Io andavo fuori di testa. Aiuta chi? Aiuta sé stesso e la famiglia».

Nel cinema ha debuttato nel 1996 con «Silenzio… si nasce».

La critica non è stata molto tenera. Con il film, non con lei. «Mi è bastato così, ma è stata un’esperienza utile. Ho però capito che il cinema non è per me».

Con Fiorello ha fatto «Superboll» su Canale 5.

«Rosario decise per la diretta, ma non andò come pensavo. Per lui è stato un periodo un po’ sfortunato, poi ha trovato la strada giusta. È un grande e lo adoro».

Filippa Lagerbäck si lega a filo doppio con «Che tempo che fa». Ma la trasmissione non andrà più sulla Rai e passa a Nove. Lei alla fine ha annunciato che seguirà Fabio Fazio e Luciana Littizzetto.

«Prendo questa situazione come un’opportunità: sono contenta di intraprendere una strada nuova con l’altra mia famiglia, quella televisiva di Fabio e Luciana. Il programma dura da 20 anni, io sono coinvolta da 18: sono… maggiorenne. Noi tre, poi, ci sosteniamo a vicenda: non ci vediamo molto al di fuori della trasmissione, ma forse è il segreto per cui è tanto che stiamo assieme».

Fabio Fazio e Rosario Fiorello: mettiamoli a confronto.

«Rosario è un mattatore imprevedibile. Fabio, oltre ad avere la battuta pronta, è preparato in modo incredibile su più temi. Lo ammiro e gli dico grazie».

Quale altre trasmissioni le sono nel cuore?

«Sono affezionata anche ai programmi di cicloturismo. La bici è il simbolo della mia libertà, ma non immaginavo di proporre in Tv la scoperta del territorio. Ricordo poi “Controvento”: sul caicco ospitavo artisti che cantavano dal vivo».

Lei è stata a Sanremo come «proclamatrice».

«Sempre a fianco di Fazio. Mi vedrei come conduttrice? Non tutti sognano quel palco e io non voglio essere a tutti i costi una primadonna».

Ha fatto programmi pure nel suo Paese: possiamo definirla la Carrà della Svezia? Raffaella era un’italiana diventata famosa in Spagna, lei una svedese affermatasi in Italia.

«Raffaella era impareggiabile. Io, comunque, rifuggo dai confronti: non sgomito, voglio essere quella che posso essere».

Pregi e difetti: ce li descrive?

«La pazienza è la mia dote migliore. Il difettuccio? Posso diventare comandona».

È vero che ha una gamba più corta dell’altra?

«È un’esagerazione da smentire. Tanti hanno una differenza di qualche millimetro tra i due arti e un ortopedico – lo dissi in un’intervista – mi segnalò la mia, avvisandomi che avrei potuto avere qualche guaio con la schiena. Ma sto benissimo e non ho alcun problema».

Come vive i 5o anni in arrivo?

«Eccola qua la domandona: pum!! I 4o anni non mi hanno toccato, invece i 5o sono tosti: fai un bilancio e pensi al futuro. Qual è la mia analisi? Regalare del tempo a chi ami è la cosa migliore».

Dopo una certa età alcune donne pensano al chirurgo estetico…

«É la pressione della società che spinge a certe scelte. Contano anche le frasi: l’affascinante cinquantenne; è ancora una bella donna; sessant’anni, ma non li dimostra. Che palle!! Non si sente mai dire lo stesso sugli uomini. La mia idea? Bisogna saper invecchiare con dignità».

Anche Michelle Hunzinker cominciò con la pubblicità, quella famosa del «lato B» e degli slip di Roberta. Lei avrebbe accettato?

«Devi anche avere “attributi” giusti per poterla fare: quel dettaglio non era il mio forte. Tomando a Michelle, mi piace perché è solare e sa essere sempre al top».

Come vede le ragazze di oggi?

«Sono omologate: tutte vogliono avere nasino, sopracciglia e bocche uguali. E la ricerca di una perfezione non raggiungibile: non è così che si sta bene con sé stessi».
(Continua sul Corriere della Sera)

 

 

 

 

 

(Nella foto Filippa Lagerbäck)