Pubblicato il 28/08/2023, 13:04 | Scritto da La Redazione
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Riparte la bagarre politica e, con lei, i talk show: chi sale e chi scende

Riparte la bagarre politica e, con lei, i talk show: chi sale e chi scende
Alla nuova Rai sovranista non servono i talk show. Il taglio del genere che ha dominato la televisione nei primi lustri del nuovo millennio mette l'ultimo punto a una tendenza che va avanti da anni, ma ha ricevuto il colpo di grazia con l'addio a viale Mazzini di Bianca Berlinguer. Così Lisa Di Giuseppe su Domani.

Da Merlino a Berlinguer e Porro Chi rischia nella guerra dei talk

Domani, di Lisa Di Giuseppe, pag. 5

Alla nuova Rai sovranista non servono i talk show. Il taglio del genere che ha dominato la televisione nei primi lustri del nuovo millennio mette l’ultimo punto a una tendenza che va avanti da anni, ma ha ricevuto il colpo di grazia con l’addio a viale Mazzini di Bianca Berlinguer. La Rai decide così di rinunciare quasi interamente all’approfondimento con gli ospiti in studio, scelta che è parte di un approccio all’informazione molto diverso rispetto solo a pochi anni fa, che emerge anche dall’offerta dei telegiornali a guida sovranista. A guardare i palinsesti autunnali, infatti, per trovare un talk puro bisogna spulciare solo la programmazione di Raitre: il format del mattino, tradizionalmente una “riserva indiana” della sinistra in Rai, sopravvive infatti solo ad Agorà che sarà condotta da Roberto Inciocchi, giornalista che arriva da Sky con alle spalle una lunga esperienza di conduzione e che ha intervistato Giorgia Meloni durante l’ultima festa di partito di Fratelli d’Italia. Martedì conteso Inciocchi ha gli occhi puntati su qualità e share, ma non è quello che rischia di più. Al posto di Cartabianca , talk di punta della scorsa stagione della Rai, andrà infatti in onda il nuovo programma di Nunzia De Girolamo. L’ex ministra — attualmente impegnata nella conduzione di Unomattina estate — non è una giornalista, né la sua trasmissione è pensata per essere l’erede fedele del programma di Berlinguer. Piuttosto, l’esempio è quello di Aboccaperta di Gianfranco Funari. Il programma è una delle grandi scommesse dei nuovi vertici Rai. L’addio di Berlinguer è arrivato a poche ore dalla presentazione dei palinsesti, e la soluzione di De Girolamo è stato un riuscito colpo di mano che ha impallinato le opposizioni che già rivendicavano quello spazio, tradizionalmente occupato dall’area dem. La definizione dei dettagli è ancora in corso, anche se negli ambienti di viale Mazzini si ambisce a un «saldo zero» con il peso politico di Cartabianca. Il grande protagonista dovrebbe essere il pubblico “parlante”, pronto a commentare, soprattutto nella prima parte del programma, il fatto forte del giorno, non necessariamente politico. La trasmissione sarà una produzione esterna: è Freemantle, che firmava anche Non è l’Arena di Massimo Giletti, a essersi incaricata di realizzare il programma.

Nel progetto è confluita anche una parte della squadra di Giletti, a partire dal suo braccio destro Emanuela Imparato, che ne terrà le redini insieme all’uomo Rai Gennaro Caravano, uomo Rai con un passato a Porta a Porta. Insomma, nonostante l’impegno a ridurre le produzioni esterne, uno dei progetti di punta della nuova Rai sovranista sarà realizzato fuori dai centri di produzione del servizio pubblico. Una strada che, tra l’altro, non consente a chi lavorerà per il programma di ottenere l’ambita prima utilizzazione, la matricola Rai che apre le vie della televisione pubblica per chi non è assunto. De Girolamo ha davanti una sfida complessa. Chi conosce bene i meccanismi della televisione fa notare che il programma parte tardi rispetto ai concorrenti di altre reti. Fino a ottobre a presidiare il martedì sarà infatti Sabrina Giannini con le sue inchieste a tema alimentare. Giovanni Floris riparte con Di Martedì il 19 settembre. Su Rete4, Berlinguer esordisce invece a inizio mese: con lei anche Mauro Corona e Alessandro Orsini. Entrambi hanno ottenuto da Pier Silvio Berlusconi un contratto fisso, cosa che in Rai il politologo filoputiniano dopo una lunga discussione politica in commissione di Vigilanza non era riuscito ad ottenere: tra i più accesi oppositori all’introduzione di uno stipendio per Orsini Cera proprio il senatore azzurro Maurizio Gasparri. Resta da vedere come la sua linea controversa sulla guerra possa essere compatibile con quella filoatlantista di Forza Italia, incarnata dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Anche il trash di Corona, scrittore che in Rai portava amici che imitavano uccelli, sembra non in linea con la rivoluzione voluta in Mediaset vo- luta da Pier Silvio. Berlinguer, come la De Girolamo, si gioca molto, e pro- verà a portare il suo pubblico sulle reti Mediaset.
(Continua su Domani)

 

 

 

 

 

(Nella foto #CartaBianca)