Pubblicato il 21/07/2023, 13:02 | Scritto da La Redazione
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Netflix: senza password condivise gli abbonati aumentano

Netflix, più abbonati e raccolta

Italia Oggi, di Claudio Plazzotta, pag. 18

É partita la trasformazione del modello di business di Netflix: da un lato, aumentano gli abbonati dopo la stretta sulla condivisione delle password (al via su larga scala nel mese di maggio); dall’altro ecco lo stop ai piani Basic senza pubblicità in Usa e Uk (dove costavano, rispettivamente, 9,99 dollari e 6,99 sterline al mese), per spingere questa fascia bassa di clientela verso i piani di abbonamento con la pubblicità (6,99 dollari e 4,99 sterline al mese) che costano meno ma che, evidentemente, sono però più remunerativi per Netflix. Al punto che le stime del colosso dello streaming vedono una forte accelerazione dei ricavi proprio nell’ultimo trimestre del 2023, quando «si monetizzerà di più la strategia del paid sharing e quando ci sarà una crescita stabile della raccolta pubblicitaria». Nel secondo trimestre del 2023, da aprile a giugno, i ricavi di Netflix hanno raggiunto quota 8,187 miliardi di dollari, +2,7% sullo stesso trimestre 2022, ma al di sotto delle aspettative di Wall Street (che si attendeva 8,3 mld), che quindi ha punito il titolo con cali arrivati al 9% nel pomeriggio di ieri. Il numero di abbonati, invece, è andato oltre ogni più rosea aspettativa: 238,9 milioni, con un +5,89 milioni di clienti rispetto al periodo gennaio-marzo, e ben oltre le attese che stimavano invece un +1,77 milioni.

Gli incrementi sono ben distribuiti in tutto il mondo: +2,43 milioni in Europa, +1,2 milioni in America Latina, +1,17 milioni in Usa e Canada, +1,1 milioni in Asia-Pacifico. E anche nel Q3, fanno sapere da Netflix, l’aumento degli abbonati sarà più o meno analogo, e quindi attorno quota sei milioni. Molto interessante, tuttavia, lo scenario presentato da Nielsen sul tempo trascorso davanti a uno schermo negli Stati Uniti per vedere contenuti audiovisivi: in giugno lo streaming assorbe il 37,7% del tempo (era il 26% appena due anni prima), mentre la tv via cavo scende al 30,6% (39% nel 2021), la tv broadcasting al 20,8% (25%), e altre piattaforme assorbono il 10,9% (9%). All’interno dello streaming, YouTube pesa per 1’8,8%, davanti a Netflix che sale all’8,2%. Molto staccati, poi, Hulu col 3,5%, Prime Video al 3,2%. Disney+ al 2%, Max e Tubi all’1,4%, Peacock all’1,2%, Paramount+ e Roku all’1% e Pluto allo 0,9%. Tornando ai conti di Netflix, i ricavi da 8,1 miliardi del Q2 saliranno, secondo le stime del management, a 8,52 miliardi di dollari nel trimestre luglio-settembre, con un +7,5% anno su anno.
(Continua su Italia Oggi)

 

 

 

 

 

(Nella foto Netflix)