Pubblicato il 29/06/2023, 17:03 | Scritto da La Redazione
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Fininvest: riassetto in vista?

Fininvest: riassetto in vista?
Si profila una mezza rivoluzione societaria nell'impero Berlusconi. Confermato l'assetto a valle di Fininvest (con le società operative quotate e non), la riorganizzazione dovrebbe coinvolgere la parte alta del gruppo, quella delle holding di famiglia. Così Mario Gerevini e Daniela Polizzi sul Corriere della Sera.

Il testamento e l’ipotesi di un patto per il riassetto della Fininvest

Corriere della Sera, di Mario Gerevini e Daniela Polizzi, pag. 15

Si profila una mezza rivoluzione societaria nell’impero Berlusconi. Confermato l’assetto a valle di Fininvest (con le società operative quotate e non), la riorganizzazione dovrebbe coinvolgere la parte alta del gruppo, quella delle holding di famiglia. E ciò a prescindere dal contenuto del testamento che tuttavia potrebbe accelerare il processo. L’attuale struttura con le quattro finanziarie del fondatore che detengono la quóta di controllo (61%) verrebbe riorganizzata e in parte anche smantellata, con nuovi statuti (compresa Fininvest), per essere più aderente alle esigenze di governance di un gruppo che non ha più una sola persona fisica in maggioranza assoluta. La cassaforte di famiglia che governa le partecipazioni in Mfe-Mediaset, Mondadori, Banca Mediolanum e altre, sarà controllata – salvo clamorose sorprese contenute nelle ultime volontà del fondatore – dai 5 fratelli, forse riuniti in un patto di sindacato, come suggeriscono alcuni rumors, con un’eventuale quota “tecnica” a far da cerniera tra Pier Silvio-Marina e i più giovani Barbara, Luigi ed Eleonora. I fratelli anche in questa prospettiva di riassetto si muoverebbero, secondo molteplici fonti, in totale sintonia e sarebbero stati messi al corrente dal padre già da tempo sul destino delle sua quota Fininvest. Nel riserbo che circonda la famiglia e in attesa del testamento, sono solo indiscrezioni, ma convergenti, tant’è che il processo di cambiamento della Fininvest del dopo Silvio sarebbe già partito, in modo unitario e ordinato.

In altre parole si tratta solo di adattare alla convivenza di cinque azionisti l’asset più importante, il motore della ricchezza e del potere berlusconiano che poi è anche il cuore del testamento. II resto, al confronto, (ville, quadri, denaro) sono spiccioli. II riassetto dovrebbe anche introdurre paletti sulla compravendita di azioni che oggi, sorprendentemente, mancherebbero del tutto, al punto che le azioni Fininvest sono liberamente trasferibili senza un meccanismo di prelazione interna. E dunque in teoria un’offerta di acquisto (o una cessione dei soci) non si scontrerebbe con le difese classiche previste negli statuti delle casseforti familiari. Finché “comandava” il fondatore con il 61% non c’era discussione né esigenza di `paletti”. Oggi il clima dentro la famiglia non è cambiato anzi la morte del padre avrebbe ancor più rinsaldato i legami tra i fratelli, business compreso. L’opportunità di rivedere la governance statutaria, però, era già stata prospettata all’ex premier. È una prassi in tutte le grandi casseforti familiari introdurre prelazione e maggioranze qualificate. In Fininvest non risultano nemmeno patti parasociali per blindare quote di capitale o vincolare voti perché, nel caso, avrebbero dovuto essere comunicati alle autorità di Borsa. Quindi nella sede di via Paleocapa appenderanno il cartello di lavori in corso, committenti i cinque fratelli Berlusconi che oggi approvano il bilancio 2022 e rinnovano il consiglio di amministrazione, sempre presieduto da Marina Berlusconi.
(Continua sul Corriere della Sera)

 

 

 

 

 

(Nell’immagine il logo Fininvest)