Pubblicato il 11/05/2023, 19:02 | Scritto da La Redazione
Argomenti: , ,

Dazn: squadra ok, i contenuti aumentano… ma i conti?

Dazn: squadra ok, i contenuti aumentano… ma i conti?
n questi giorni di attesa per la pubblicazione del bando e il via all'asta dei diritti tv della Serie A 2024-2027 (ma pure 2028 o 2029), vale la pena dare una occhiata approfondita ai broadcaster che sullo sport hanno voluto concentrarsi come loro business principale. Così Claudio Plazzotta su Italia Oggi.

Dazn, l’incognita resta sui conti

Italia Oggi, di Claudio Plazzotta, pag. 16

In questi giorni di attesa per la pubblicazione del bando e il via all’asta dei diritti tv della Serie A 2024-2027 (ma pure 2028 o 2029), vale la pena dare una occhiata approfondita ai broadcaster che sullo sport hanno voluto concentrarsi come loro business principale. E, in particolare modo, la serie di servizi di ItaliaOggi parte con il gruppo Dazn. La piattaforma di streaming sportivo a pagamento ha debuttato in Italia nell’estate del 2018, quando Mediaset Premium ha smesso di competere con Sky. Un ingresso soft al primo triennio 2018-2021, con sole tre partite di Serie A in esclusiva su 10. Una scommessa più importante nel 2021-2024, con la conquista di tutti i 10 match, di cui sette in esclusiva, investendo 840 milioni di euro all’anno, ovvero complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro nel triennio, di cui quasi un miliardo coperto da Tim per avere le partite anche su TimVision. L’alleanza Dazn-Tim non ha però dato i frutti sperati nella stagione 2021-22: gli abbonamenti a TimVision non sono cresciuti quanto previsto e l’intesa commerciale tra i due gruppi si è raffreddata, tanto che i canali di Dazn, dalla stagione 2022-2023, sono presenti pure sulla piattaforma Sky. Nel frattempo, a fine settembre 2022, il gruppo Dazn ha rilevato tutti i business mondiali della piattaforma Eleven group di Andrea Radrizzani. E, in questo modo, da gennaio 2023, gli abbonati a Dazn possono vedere tutta la Serie A Tim di calcio, tutta la Serie Bkt, tutta LaLiga spagnola, tutti i match di Uefa Europa League e il meglio della Conference League, una selezione delle partite della Serie C di calcio trasmessi direttamente da Eleven Italia, e poi, tra l’altro, il football americano della Nfl, gli sport da combattimento, i due canali Eurosport con il tennis, il ciclismo, il volley e l’atletica, e pure il basket con le migliori partite di Eurolega, Eurocup e la Serie A UnipolSai, oltre al rugby con il Peroni Top10. Una offerta obiettivamente piuttosto ricca, per una modalità distributiva in streaming di facile utilizzo, veloce, intuitiva nella navigazione, diciamo ideale per chi è interessato soprattutto all’evento sportivo in sé (magistrale, ad esempio, il confezionamento degli highlights, o la visione solo dei gol segnalata da un puntino nella barra di scorrimento del tempo dello streaming) e un po’ meno ai vari bla-bla pre e post-evento. Da un punto di vista editoriale, insomma, la squadra che ha come punte Pierluigi Pardo e Diletta Leotta realizza un eccellente lavoro.

Qualche dubbio sorge invece sul fronte economico-finanziario di Dazn. A livello mondiale, infatti, Dazn Group, dopo gli 1,4 miliardi di dollari di rosso del 2019 e gli 1,3 miliardi di dollari del 2020, ha chiuso il 2021 con perdite per 2,33 miliardi di dollari: un totale di cinque miliardi di dollari di rosso in tre anni che è veramente drammatico, anche perché l’andamento si replicherà pure nel 2022 e nel 2023, non essendoci stati segnali di inversione di rotta e con una crisi diffusa dei consumi. Qualche notizia positiva arriva dai ricavi, che nel 2022, a livello mondiale, sono cresciuti del 70% a quota 2,3 miliardi di dollari, pure grazie alla iniezione di 300 milioni di euro assicurata da Eleven Sports (che però, anch’essa, ha conti non in equilibrio): al momento Dazn ha circa 15 milioni di abbonati nel mondo, e i suoi contenuti sono distribuiti su oltre 130 milioni di device digitali connessi (di cui 15 milioni solo sulla Penisola). In Italia, dove le operazioni di Dazn sono guidate dal country manager Stefano Azzi, non sono mai stati resi noti i conti del business. Che comunque è in profondo rosso, anche a causa della pirateria e della condivisione delle password: la struttura di costi, tenuto conto degli 840 milioni di euro all’anno per i diritti della Serie A, e poi degli altri diritti tv, del personale, della produzione, della tecnologia della piattaforma, supera di slancio il miliardo di euro all’anno. I ricavi da abbonamenti della prima stagione 2021-2022, sommati al contributo di Tim (circa 300 milioni annui) e alla raccolta pubblicitaria curata da Mediaset, hanno raggiunto circa 700 milioni di euro. Nella seconda stagione 2022-2023 i prezzi degli abbonamenti a Dazn sono aumentati parecchio, il contributo di Tim è diminuito perché l’intesa si è allentata, gli abbonati sono calati (le ultime stime parlano di 1,5-1,6 milioni).
(Continua su Italia Oggi)

 

 

 

 

 

(Nella foto il logo Dazn)