Pubblicato il 11/04/2023, 19:03 | Scritto da La Redazione
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Eleonora Giorgi: Nel maleducato mondo moderno sono a disagio

Eleonora Giorgi: Nel maleducato mondo moderno sono a disagio
Eleonora Giorgi è nella nuova casa ai Parioli, nel salotto scatole di libri e il ritratto di nonna Katb, signora bruna dai capelli corti. Un ritorno alle origini. Così Arianna Finos su La Repubblica.

Eleonora Giorgi “Amare Troisi fu poesia ma a Delon e Nicholson dissi no e me ne pento”

La Repubblica, di Arianna Finos, pag. 21

(…)

Rimpianti o pentimenti?

«Ho pensato all’elenco dei no a uomini come Nicholson, Delon, Moravia. Mi sono detta: perché? Ero traumatizzata dal fatto che il cinema mi aveva trasformato in un oggetto del desiderio, avevo paura di essere usata, ero immatura. Ho avuto pochi uomini. Ho capito tardi che avrei dovuto avere lo stesso coraggio da esploratrice che avevo nella vita, anche con gli uomini. Chiedo scusa a tutti loro, sono stata una stupida».

A Warren Beatty ha detto si.

«Aveva incredibile charme, diviso tra cinema e politica. Si spavento nel vedermi in giardino: “Eleonora, qui è pieno di serpenti a sonagli”. A Los Angeles non mi sono sentita a casa».

Il film in cui si è piaciuta di più?

“Borotalco, grazie alla fiducia di Carlo Verdone, un coetaneo. Mi sentivo sicura di me, ho dato tutto al personaggio, persino le mie scarpine turchesi…».

La storia con Troisi?

«In un villaggio turistico, c’era mezzo cinema italiano. Pietro Mennea mi ha insegnato a correre…. Massimo era poetico, pigro, sempre con Sergio Leone, in caftano, al bar. Io e la Muti siamo le attrici più giovani ad aver visto quel cinema. Ecco perché dopo Borotalco pensavo a Verdone e me come a una coppia comica. Quando ha girato Io e mia sorella con Ornella Muti è stata una ferita. In Compagni di scuola ero mortificata, non l’ho mostrato».

Massimo Ciavarro?

«Ci conosciamo sul set di Sapore di mare. Un’oasi di verità, valori sani. Dopo dieci anni è mancato il romanticismo. Aprimmo una casa di produzione, andata male. È sparito. Lo vedo solo perché è nonno».

Andrea De Cario?

«Sei anni con un piede dentro e uno sul pianerottolo».

Oggi?

«Non ho un compagno. C’è una figura discriminata e non prevista del decreto Zan, che è la donna sopra i sessanta, di cui Dagospia può scrivere “le carampane”, “le vecchiacce”. Non siamo più merce sul mercato dell’amore. Ci avete allungato la vita, dobbiamo fare trent’anni da vedove. Ho reagito, scritto un film, Lockdown love story: una 60enne e un musicista 25enne. Risarcimento per me e le coetanee esodate dall’amore».

Altri progetti?

«Tanti. Ma anche la consapevolezza che, fatto salvo il rapporto coi figli e col mio nipotino, per quel che ho avuto io potrei anche uscire di scena adesso. Ho paura di invecchiare, delle malattie, nel maleducato mondo odierno sono a disagio».

Il pubblico le vuole bene.

«Affetto puro. Se potessi fare solo Eleonora Giorgi dalla mattina alla sera sarei felice».
(Continua su La Repubblica)

 

 

 

 

(Nella foto Eleonora Giorgi)