Pubblicato il 27/03/2023, 17:02 | Scritto da La Redazione

Jennifer Aniston: Il talento comico mi ha salvato la vita

Jennifer Aniston: Il talento comico mi ha salvato la vita
«Perché non esiste la categoria delle commedie agli Oscar? Non è l'ora di crearne una? Facciamo una campagna!». Sotto il sorriso di Jennifer Aniston c'è una convinzione vera. Così Arianna Finos su La Repubblica.

Jennifer Aniston “La storia siamo noi donne di ogni età per un cinema vero”

La Repubblica, di Arianna Finos, pag. 30

«Perché non esiste la categoria delle commedie agli Oscar? Non è l’ora di crearne una? Facciamo una campagna!». Sotto il sorriso di Jennifer Aniston c’è una convinzione vera. Fasciata in un vezzoso abito color champagne con perline, è tanto perfetta nella cornice dello storico Le Bristol quanto il suo collega Adam Sandler, in tenuta semi-balneare, è fuori contesto. «Jen non risente del jet leg, è sempre piena di energia», dice lui, guardandola adorante. «Non ho dormito per nulla la notte scorsa, spiega lei, sorriso luminoso e taglio di capelli che è la versione aggiornata della “Rachel” di Friends — magari crollerò sul tappeto rosso». A Parigi accompagnano il lancio di Murder mystery 2, su Netflix dal 31 marzo, nuova avventura per la coppia di detective, lei ex parrucchiera, lui ex poliziotto, tra l’isola privata di un maharajah e la magia della Torre Eiffel. Un misto di thriller, romanticismo, commedia, azione «un po’ “tutto ovunque e contemporaneamente”, ma è una coincidenza», scherza riferendosi al film premiato con sette Oscar Everythingeverywhere all at once. La scena più difficile? «Il matrimonio hollywoodiano tra coreografie di ballo e azione, con tanti personaggi: ci sono voluti cinque giorni. Il mio vestito pesava sette chili, ho allenato i muscoli della schiena». Aniston non è la viaggiatrice che ci si aspetterebbe: «La verità è che sfortunatamente ho una grande e irrazionale paura di volare. Cosa che purtroppo è necessaria per il mio lavoro. Sono ricorsa un paio di volte a un ipnotizzatore, che mi ha aiutato; ad esempio prima di volare sul set di questo film, alle Hawaii, non ero stata su un aereo da tre anni, da inizio pandemia. Voglio superare questa paura, ci sono tanti posti meravigliosi da vedere al mondo». Anche nel raccontare dei suoi problemi, Aniston ha un tocco naturalmente comico. Al liceo le successe qualcosa che Monica Vitti aveva vissuto nei primi tempi di Accademia: «Il mio insegnante di recitazione, all’ultimo anno della Performing Arts High School di New York City, mi vide in una scena di Cechov, il pubblico rideva, così mi chiamb: “Penso che tu debba prendere seriamente in considerazione la commedia”. Mi offesi un po’: “Ma io sono un’attrice…”, come se non pensassi che la comicità fosse degna di essere chiamata recitazione. Poi ho capito che è qualcosa di più difficile, soprattutto quella che amo io, radicata nella realtà».

Come del resto The morning show, la serie che la vede produttrice e protagonista, di cui è molto attesa la terza stagione. «Il talento comico alla fine mi ha salvato la vita, la risata è un balsamo». È stata una cura, per lei, anche quando i genitori hanno divorziato e a casa c’era ben poco da sorridere, o quando i media la descrivevano “egoista” perché non voleva avere figli, tenendosi invece dentro il dolore di tutti i tentativi andati a vuoto. Il super potere di far stare bene la gente, perb, l’aveva scoperto quand’era più piccola, ragazzina alle elementari: «Ero in terza. Non mi interessava nulla delle lezioni, passavo la mattina a scrivere scenette da fare durante la ricreazione, spettacolini che mettevamo su con i miei amici peri compagni. Come ridevano. Eravamo un gruppo. Solo che poi gli altri andavano anche bene a scuola, io invece no. Ma dovevo fare dei sacrifici per la commedia, capisce?», scherza. In quel potere, oggi, ci crede ancor di più: «Viviamo in un’epoca traumatica, piena di dolore. Con questa commedia speravamo di fare qualcosa che portasse gioia, avventura, la possibilità di fuggire dalla realtà. Progettato durante il Covid, questo film ha iniziato le riprese appena scoppiata la guerra in Ucraina, non certo in un bel clima. Le riprese non sono state facili ma ci siamo riusciti». Soffre, proprio per la sua storia, lo snobismo verso il genere che i festival e l’Academy manifestano per tradizione: «Sono stata felice quando Jamie Lee Curtis sul palco degli Oscar ha detto “questo è un premio per tutti coloro che fanno film di genere”. Che la commedia meriterebbe una categoria a sé lo penso davvero».
(Continua su La Repubblica)

 

 

 

 

(Nella foto Jennifer Aniston ed Adam Sandler)