Pubblicato il 13/03/2023, 15:02 | Scritto da La Redazione

Gli infortuni? La Superlega? I Top Club stranieri? Il vero nemico del Calcio Italiano è il pezzotto

Gli infortuni? La Superlega? I Top Club stranieri? Il vero nemico del Calcio Italiano è il pezzotto
Continua a far discutere la pirateria nello sport tv in Italia, una piaga per cui da più parti si levano grida di dolore. Specie da chi si occupa di tutelare il consumo legale degli eventi trasmessi e che denuncia come questo fenomeno sia ormai una mazzata a livello economico. Così Alessandro Ruta su Il Giornale.

Calcio in tv, in 3 anni la pirateria ha rubato un miliardo

Il Giornale, di Alessandro Ruta, pag. 27

Continua a far discutere la pirateria nello sport tv in Italia, una piaga per cui da più parti si levano grida di dolore. Specie da chi si occupa di tutelare il consumo legale degli eventi trasmessi e che denuncia come questo fenomeno sia ormai una mazzata a livello economico. Chi studia questa piaga non ha dubbi: anche le scontistiche offerte da paytv e piattaforme streaming, come la scelta di Dazn di proporre fino al 19 marzo tre mesi di abbonamento a 69 euro anziché a 119,97, ma solo nei negozi del sud Italia e delle isole, alla fine non risolvono il problema e risultano «solo dei pannicelli caldi». Una scelta geografica che Dam motiva come pura decisione commerciale e di marketing ma che ha fatto storcere il naso a molti, poiché questa offerta di fatto combacia con alcune delle zone in Italia dove la pirateria è più diffusa E questo, stando ai risultati dell’operazione “Gotha” del novembre scorso. All’epoca la polizia postale, coadiuvata da un lavoro di consulenza della Fapav (Federazione tutela contenuti audiovisivi e multimediali), aveva colpito duramente questa rete illegale che forniva servizi pirata di abbonamento, con 900mila utenti coinvolti e circa il 70% del mercato illecito italiano. Un gruppo criminale con il vertice operante tra Catania, Roma, Napoli, Salerno e Trapani, con clienti sparsi per lo Stivale, ma concentrati prevalentemente al sud e al centro. E in alcuni casi al nord.

Le città con più «abbonati» pirati sono risultate Avellino, Bari, Benevento, Catania, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Salerno, Siracusa, Trapani e Taranto. Ma anche Ancona, L’Aquila, Roma, Perugia, Pescara, Bologna, Brescia e Novara Tutta gente che pagava cifre intorno ai dieci euro per ottenere un abbonamento completo alle varie piattaforme, risparmiando parecchi soldi, d’accordo, ma in maniera fuorilegge. «La cosa assurda è che molti di questi clienti, una volta carpiti i segreti, si sono trasformati in rivenditori a loro volta di sistemi illegali, alimentando continuamente il sistema», spiega il presidente di Fapav, Federico Bagnoli Rossi, in prima linea in questa battaglia «Non si tratta di criminalità organizzata, ma di persone che ragionano in maniera criminale; è gente comune che ha iniziato a pensare di farci dei soldi, perché nello schema piramidale della pirateria nessuno fa questo mestiere gratis – prosegue Bagnoli Rossi -. Non esistono Robin Hood che vengono in aiuto dei poveri, ma solo persone insospettabili che puntano a guadagnarci. Con il vero obiettivo rappresentato dall’acquisizione di dati personali per il furto d’identità su intemet, altra attività molto redditizia».
(Continua su Il Giornale)

 

 

 

(Nella foto una partita di Serie A)