Pubblicato il 10/03/2023, 17:04 | Scritto da La Redazione
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Podcasting: mercato in espansione e futuro dell’informazione?

Podcast, mercato da 30 min che salirà a 100 min in 2 anni Per Gedi presenza strategica grazie al polo radiofonico

Italia Oggi, di Claudio Plazzotta, pag. 21

Il gruppo editoriale Gedi è tra quelli che stanno maggiormente investendo nella produzione di podcast, tenuto conto anche della vasta esperienza nel comparto audio che arriva dal polo radiofonico Deejay-Capital-m2o. E proprio la profonda conoscenza del mercato rende molto credibili le stime di Raimondo Zanaboni, amministratore delegato della concessionaria pubblicitaria Manzoni, controllata da Gedi: «In Italia il settore dei podcast al momento è finanziato quasi esclusivamente dalla pubblicità, e vale attorno ai 30 milioni di euro. Diciamo che per arrivare a 100 milioni di euro ci vorranno probabilmente due anni». È molto onesto avere sin da subito il perimetro di ciò di cui si parla, perché mediamente il settore del podcast confonde i clienti con una moltitudine di titoli (in Italia ne escono 11 mila all’anno), con ricerche che mostrano audience clamorose (secondo Ipsos nel 2022 ci sono stati 11,1 milioni di individui che hanno ascoltato almeno un podcast nell’ultimo mese, rispetto ai 9,3 milioni del 2021), però si sorvola sempre sulla parte ricavi, ovvero la cosa più importante di tutte.

Il problema è che in Italia manca una indagine super partes, una Audi sulle audience dei vari podcast: ciascuno, invece, diffonde i propri dati frutto di ricerche interne, e non è peraltro ancora chiaro se un podcast debba considerarsi solo un file audio, oppure, come avviene in molti casi, anche un video (tipo Muschio Selvaggio di Fedez, o One more time di Luca Casadei), cosa che porta a un salto di specie. I podcast del gruppo Gedi, però, hanno la piattaforma proprietaria One Podcast, oltre a tutti i siti e le app dei diversi media del gruppo (da Repubblica alla Stampa, passando per Radio Deejay), «e quindi siamo tra i pochissimi sul mercato ad assicurare a chi fa branded content con noi una audience minima garantita. Poi», aggiunge Zanaboni, «non abbandoniamo i podcast nel mare magnum delle piattaforme Spotify, Apple, Amazon o Google, dove scomparirebbero, ma facciamo con queste piattaforme un lavoro di partnership in modo che i nostri podcast siano più facilmente visibili».
(Continua su Italia Oggi)