Gerry Scotti: Gli spettatori vogliono volti affidabili e riconoscibili
Lo showman dei record
La Stampa, di Francesca D’Angelo, pag. 22
Dopo i record, a Gerry Scotti mancavano giusto i miracoli. Presidiare (bene) la domenica sera non è infatti una sfida alla portata di tutti: vuol dire tenere testa alla fiction Rai, al calcio, nonché all’attualità di Che tempo che fa, Non è l’arena, Zona bianca. Eppure, anche quest’anno, Scotti ha accettato di portare Lo show dei record in tv, su Canale 5, per l’appunto ogni domenica alle 21,20.
Ha provato a chiedere una serata meno complicata?
«No, perché il senso de Lo Show dei record assegnato a Gerry Scotti è proprio questo, ossia `vediamo se sopravvive anche alla domenica sera».
Diciamo la verità: agli investitori pubblicitari basta avere il suo nome alla conduzione per investire, indipendentemente dagli ascolti?
«Intanto mi piace ricordare che Mediaset è l’unica tv che non chiede un euro ai telespettatori. Io sono un po’ un “bond” che ha conquistato negli anni la fiducia degli investitori: abbiamo centri di acquisto e grandi aziende che mettono i soldi quando sentono il mio nome. Quindi mi posso permettere di sposare progetti un po’ più rischiosi».
Però ha dichiarato che i programmi nuovi un po’ non glieli danno, un po’ non se li va a cercare.
«Come vede, sono stato onesto..».
Sta dicendo che lei, l’uomo “bond” degli investitori, ha paura di sbagliare?
«Il fatto è che ciascuno di noi (Carlo Conti, Amadeus, io…) sa fare bene una cosa sola che poi ripropone sotto forme diverse. Quando infatti la tua persona diventa un format, alla fine è quello l’ingrediente che la gente apprezza, se pur sotto vesti diverse. Personalmente io ho un debole per i quiz: li iniziai a fare, 30 anni fa, quando era un genere snobbato dai colleghi. Li bollavano come giochini svilenti. Solo adesso si è capito che i game e il preserale sono il granaio d’Europa: per capirci, è da lì che si pagano gli stipendi».
Su La Stampa Michielin ha sollevato il problema della gerontocrazia ed anche in tv gli show di punta sono in mano a volti senior. Non crede che lei e i suoi colleghi dovreste fare una riflessione?
«Noi non facciamo nessuna riflessione perché non è il nostro compito. La tv comunque è un mondo diverso dalla musica: gli spettatori vogliono volti affidabili e riconoscibili. E soprattutto capaci. Ecco, le posso garantire che tutti noi presentatori a 60 anni siamo molto più capaci di quando ne avevamo 20».
Chi potrebbero essere i suoi eredi?
«Savino e Cattelan. Hanno un grande stile e una forte personalità».
(Continua su La Stampa)
(Nella foto Gerry Scotti)