Pubblicato il 20/02/2023, 19:01 | Scritto da La Redazione

Matilda De Angelis: “Le nuove generazione sono meno inclini al compromesso”

Matilda De Angelis: “Le nuove generazione sono meno inclini al compromesso”
L'attrice, protagonista di Livia Poet su Netflix, parla del proprio lavoro e di come sia stato impersonare la prima donna iscritta all'albo degli avvocati. In un mondo in cui "secoli di patriarcato hanno permeato la nostra cultura" si dice fiduciosa per le nuove generazioni.

Matilda De Angelis “Sogno un duetto rock col mio Alex ma preferisco recitare per registe donne”

La Stampa, di Michela Tamburrino, pag. 31

L’amore, secondo Matilda De Angelis, è un «camion che mi ha investita a 250 all’ora». Essere incredibilmente sexy, «una parte non secondaria della professione». Essere protagonista assoluta in una serie, «una novità, la cinepresa sempre puntata addosso. Grande responsabilità». La parità di genere? «La discriminazione spesso è talmente introiettata che nemmeno la riconosci come tale». Benvenuti nel mondo ruvido e fatato di Matilda che piace molto perché è esattamente come appare, dice quel che deve, libera di mostrarsi senza infingimenti. The Undoing le ha spalancato il mercato americano, antagonista di Nicole Kidman, lei completamente nuda, l’altra griffata da capo a piedi. Così com’è, Matilda non ha faticato molto a immedesimarsi in Lidia Poet, la prima donna, nel 1883, ad essere iscritta all’albo degli avvocati, appassionata, anticonformista. E tanto per gradire, nella prima scena, appare nuda. Un successo targato Netflix, voluto da Matteo Rovere, lo stesso che l’aveva diretta ragazzina nell’esordio, Veloce come il vento.

Un assist, la storia di Lidia Poet per parlare della difficoltà delle donne ad essere considerate alla pari dei maschi.

«Secoli di patriarcato hanno permeato la nostra cultura. Esiste una memoria genetica e storica capace di riportarci indietro a commettere sempre gli stessi errori. La nostra è una società che si regge su determinati equilibri e sui suoi contrasti. Io spero molto nelle nuove generazioni, le vedo meno inclini al compromesso».

Lei è parecchio libera dunque se ne frega?

«Ci sto lavorando, anche la più emancipata può cadere nelle trappole. Faccio un lavoro in cui l’estetica è importante. Io la metto al servizio del personaggio. Il resto lo lascio in camerino».

(…)

A questo punto della sua giovane carriera, che cosa le manca?

«In questi anni ho girato molte serie televisive. Mi manca il cinema. Per come sono fatta io, mi piace che le storie abbiano un inizio e una fine e che ci sia quel senso di rammarico creato dell’attesa per qualcosa che non andrà più avanti».

C’è un regista con il quale vorrebbe lavorare?

«Sì, Alice Rohrwacher che trovo bravissima. Ho avuto la fortuna di girare con tre regista di tre nazionalità diverse. Mi piace di più essere diretta da una donna. Lo scambio è maggiore. Lo dico perché l’ho provato. Mi piace farmi stupire e questo le donne lo fanno meglio. Io non cerco solo la bellezza del personaggio ma soprattutto la forma del ruolo e una regista ha questa sensibilità».
(Continua su La Stampa)

 

 

 

(Nella foto Matilda De Angelis)