Pubblicato il 31/10/2022, 19:01 | Scritto da La Redazione

Paolo Del Debbio: “Chiamerò Meloni come chiederà”

Paolo Del Debbio: “Chiamerò Meloni come chiederà”
Il giornalista e conduttore di Dritto e Rovescio, reduce dal KO inferto all'esordio di Ilaria D'Amico su Rai2, si confessa a Libero Quotidiano e ne ha per tutti: il dibattito su come chiamare Giorgia Meloni, Forza Italia, Putin...

«I delfini di Berlusconi? Pesci sega»

Libero Quotidiano, di Francesca D’Angelo, pag. 20

Paolo Del Debbio, con lei non c’è partita.

«In che senso?».

Be’, giovedì Dritto e rovescio ha colpito e affondato il talk di Rai Due Che c’è di nuovo? K.o. tecnico al primo round.

«Essendo anch’io in onda, non ho visto il programma ma ho l’impressione che si siano affondati da soli… In ogni caso, godo quando vado bene io, non se vanno male gli altri».

In molti sostengono che potrebbe essere lei, o al massimo Brindisi, ad avere la prima intervista di Meloni premier. È uno scenario plausibile?

«Nessuno mi ha promesso nulla, però ovviamente spero molto di averla ospite. Sicuramente c’è una buona consuetudine di rapporti: l’ho intervistata spesso in passato. Spero di poter replicare velocemente, con lei in veste di premier».

In tal caso, la presenterà come la premier o il premier?

«La chiamerò come lei desidererà. La Crusca autorizza sia “il” presidente che “la” presidente e onestamente mi fido più della Crusca che del dibattito politico».

Mi pare di capire che la faccenda l’appassioni poco.

«E una polemica che lascia il tempo che trova: è di natura grammaticale, non politica, e visto che sono corrette entrambe le espressioni, è lecito scegliere a piacimento».

Quindi nessun “passo indietro” rispetto ai colleghi maschi, come sostiene la capogruppo del Pd Serracchiani?

«Ma cosa vuole che arretri? La Meloni è premier! È cento passi avanti agli uomini!».

La sinistra si è stracciata le vesti perché la prima azione del nuovo governo è stata rivedere il tetto ai contanti. Potevano effettivamente avere più fantasia?

«Era uno dei temi all’ordine del giorno e l’hanno inserito in un provvedimento dove ci saranno anche altre cose. Niente di più. Inoltre lo stesso Padoan ha dimostrato che non esiste una relazione stretta tra evasione e contante, tanto più che lo scontrino viene sempre emesso».

Nessun favore dunque alla mafia?

«Con 5mila euro la mafia ci beve il caffè! La criminalità viaggia su altre cifre e altri percorsi. Non ce lo vedo il criminale che va a prelevare al Bancomat 5mila euro tutti i giorni».

Meloni ha creato un Ministero del Merito: è un cambio di prospettiva funzionale a un mercato più etico?

«Sì, certo. Poi bisogna vedere se riescono davvero a gestire gli stipendi e le camere dell’PA in questo modo. Se questo governo riuscirà a sostituire gli scatti di anzianità con il merito, Meloni va a finire direttamente sugli altari: sarebbe un miracolo, non un atto politico».

Giusto ridimensionare il reddito di cittadinanza?

«Non ha aiutato nell’aspetto più importante, ossia nel re-inserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro. Tutte le volte che in studio abbiamo intervistato delle persone con il reddito, ci hanno detto che le agenzie del lavoro non li hanno mai contattati o, se lo hanno fatto, non li hanno mai richiamati».

Tema bollette: riusciremo a uscirne?

«E una battaglia molto complessa, per due motivi. Il primo è che l’Europa non fa spendere all’Italia un extra gettito. II che è un errore: i debiti si creano nei momenti di crisi, non quando si sta bene… E non lo sostengo io, ma tutti gli economisti, sia di destra che di sinistra. L’altro fattore è la totale assenza e il menefreghismo dell’Europa, aggravati dall’inaccettabile comportamento di alcuni esponenti tedeschi».

Effettivamente l’Unione Europea non sta dando il meglio di sé.

«Non è che non stia dando “il meglio di sé”: non sta offrendo proprio niente. Quel poco che (forse) darà, arriverà con un ritardo per cui chi deve curare sarà già morto».

Intanto, per non farci mancare nulla, ribolle il conflitto tra Russia e Ucraina. Crede che il Papa riuscirà a mediare facendo la differenza al tavolo con Putin?

«Questo Papa non è Karol Wojtyla: lui sì che avrebbe fatto la differenza. Bergoglio (ma nemmeno Ratzinger) non ha quella potenza che ha avuto Giovanni Paolo II che fece crollare il comunismo».

Se nemmeno lui la spunta, però, che si fa?

«Ci vuole una figura autorevole che si metta in mezzo. Non vedo altre strade. Quindi o l’America farà da paciere o alla fine ci penserà Erdogan. Ma questo non sarebbe un bene per l’Europa».

Berlusconi si era proposto di mediare potrebbe accadere?

«E un soggetto imprevedibile, quindi non saprei! Certo, ha maturato negli anni dei rapporti con Putin che gli permetterebbero di parlarci. Lui stesso ha detto che hanno riallacciato i rapporti non so per cosa, ma non penso che sia per il Lambrusco che puoi comprare ovunque…».

Nel 1994 lei ha scritto il programma politico di Forza Italia. O c’è chi sostiene che FI sia Berlusconi: senza, il partito non esiste. Anche lei è così drastico?

«Be’, quell’8% l’ha preso Berlusconi: se non ci fosse stato lui, probabilmente quei voti non sarebbero arrivati. Non vedo infatti delfini, ma solo molti pesci sega e diversi tonni. Sia maschi che femmine».

Usciamo dalla metafora: di chi parla?

«Le rispondo come farebbe Feltri: ma che caz.. me ne frega!» (ride, ndr)
(Continua su Libero Quotidiano)

 

 

 

(Nella foto Paolo Del Debbio)