Pubblicato il 27/10/2022, 17:01 | Scritto da La Redazione

La Francia aumenta la caccia ai pirati

S’intensifica la lotta contro lo streaming sportivo illegale

Les Echos, di J.B., pag. 15

Secondo uno studio dell’Arcom, l’autorità francese di regolamentazione delle trasmissioni radiotelevisive, sta diventando sempre più difficile per gli appassionati di sport guardare gratuitamente le competizioni sportive in diretta su Internet attraverso siti di streaming illegali. Tra gennaio e settembre 2022, 835 siti di streaming sportivo illegale sono stati bloccati dagli ISP su richiesta dell’autorità giudiziaria e dell’Arcom. Di conseguenza, il 41% dei consumatori di streaming sportivo ha visitato almeno una volta un sito bloccato dall’inizio dell’anno. In Francia, lo streaming sportivo è una pratica comune: tre quarti degli utenti di Internet guardano lo sport in diretta almeno una volta al mese, legalmente o illegalmente. Il live streaming illegale permette di guardare le gare sportive in diretta su Internet senza pagare un abbonamento. Questa pratica è in concorrenza con i principali detentori dei diritti televisivi delle competizioni, che vengono acquistati a un prezzo elevato. Dal 1° gennaio, i titolari dei diritti audiovisivi possono rivolgersi direttamente a un giudice per ottenere il blocco di un sito web illegale.

Si tratta di una misura necessaria, in quanto la perdita complessiva di guadagni derivanti dallo streaming (sportivo e non) per i canali si avvicina a un miliardo di euro all’anno, secondo una cifra fornita da Hadopi nel 2020. Il calcio in prima linea I più preoccupati da questi blocchi sono i tifosi di calcio. Un terzo dei consumatori di streaming sportivo è stato bloccato durante la visione di una partita di Champions League. Seguono le partite della Premier League e del campionato europeo. Il secondo sport più praticato è stato il tennis, seguito dagli sport meccanici (vela e gare di moto). Gli sforzi delle autorità sembrano essere efficaci quando vengono applicati a un sito bloccato. Il 37% degli utenti di Internet rinuncia, ma soprattutto il 15% finisce per abbonarsi. Tuttavia, il 46% degli utenti bloccati alla fine passa a un altro sito illecito, perché nonostante la chiusura di centinaia di nomi di dominio, lo streaming illegale è noto per la sua capacità di creare pagine speculari nel giro di poche ore, alle quali gli utenti bloccati vengono rimandati.
(Continua su Les Echos)