Pubblicato il 13/07/2022, 19:01 | Scritto da La Redazione
Argomenti: ,

Emmanuel Macron vuole abolire il canone TV. E la Francia è in subbuglio

Emmanuel Macron vuole abolire il canone TV. E la Francia è in subbuglio
Costa 138 euro l’anno e lo pagano 23 milioni di famiglie. Che sarebbero ben felici di vederselo cancellare. Ma gli intellettuali d’oltralpe, dietro tanta generosità per il popolo, intravvedono una manovra del presidente per condizionare politicamente quel che resterebbe del servizio pubblico.

 Macron progetta una revisione del finanziamento dei media statali

Financial Times, di Leila Abboud, pag. 3

Emmanuel Macron: il suo governo sostiene che il canone è obsoleto perché sempre meno persone possiedono un televisore La proposta del presidente di sostituire il canone con un finanziamento diretto alimenta i timori per l’indipendenza

Mentre la musica pop suonava in loop nel programma radiofonico mattutino di punta di France Inter, i giornalisti che producono le interviste politiche e alle celebrità del canale sostenuto dallo Stato erano lontani dallo studio. Si sono invece uniti a migliaia di altri dipendenti dei media che hanno sfilato a Parigi alla fine di giugno per protestare contro i piani del presidente Emmanuel Macron di modificare le modalità di finanziamento delle emittenti pubbliche francesi. Tra loro c’era anche Christopher Pauley, leader sindacale di France Télévisions, l’emittente di proprietà dello Stato. “Siamo davvero preoccupati che la strategia del governo sia quella di comprimere i nostri bilanci o di smembrarci con la vendita di parti”, ha dichiarato. La disputa fa della Francia l’ultimo banco di prova del modello europeo di servizio pubblico dei media, introdotto per fornire notizie e intrattenimento indipendenti e ad accesso libero con il sostegno finanziario dello Stato. Ma il modello è messo a dura prova da budget ridotti, audience in calo e sfide politiche alla legittimità e alla neutralità delle emittenti. Circa due terzi del finanziamento annuale del settore pubblico dei media, pari a 21,4 miliardi di euro in Europa, proviene ancora dal canone di abbonamento, ovvero dalle tasse annuali riscosse dalle famiglie.

Oltre alla Francia, vi fanno affidamento il Regno Unito, la Germania e l’Italia: in Francia, lo Stato spenderà quest’anno 3,7 miliardi di euro per il settore radiotelevisivo pubblico, l’85% dei quali provenienti dal canone. Tuttavia, il governo di Macron vuole eliminare il canone di 138 euro, pagato da 23 milioni di famiglie dotate di televisore, e finanziare i media pubblici direttamente dal bilancio statale. Il governo sostiene che il canone è obsoleto perché sempre meno persone possiedono un televisore, mentre la riscossione del canone non è più efficiente dopo l’abolizione della tassa sulla casa che veniva riscossa nello stesso periodo. I sindacati e gli esperti di media avvertono che le emittenti pubbliche saranno più vulnerabili alle pressioni di parte se finanziate direttamente dal ministero delle Finanze, e che bilanci più imprevedibili renderanno più difficile investire per rimanere rilevanti mentre i servizi di streaming, da Netflix ad Amazon, investono miliardi in contenuti.

“L’abolizione del canone è un’idea pessima che comprometterà notevolmente l’indipendenza dei media pubblici”, ha dichiarato Julia Cage, economista dell’università di Sciences Po. In un panorama mediatico dominato da emittenti di proprietà di industriali miliardari, come la TFI di Martin Bouygues e la Vivendi di Vincent Bolloré, la presenza di emittenti pubbliche francesi “forti e credibili” è particolarmente importante. Il governo di Macron ha respinto l’idea che la riforma dei finanziamenti possa indebolire o limitare i media pubblici, considerandola invece un modo per restituire i soldi ai cittadini mentre l’inflazione morde. Il ministro della Cultura Rima Abdul Malak ha dichiarato al quotidiano Le Parisien di essere al lavoro su “meccanismi” per proteggere l’indipendenza dei media sostenuti dallo Stato.
(Continua sul Financial Times)

 

 

(Nella foto Emmanuel Macron)