Pubblicato il 11/07/2022, 19:03 | Scritto da La Redazione

Netflix alle grandi manovre

Netflix alle grandi manovre
Il colosso dello streaming si trova ad affrontare una serie di problemi che richiedono decisioni spesso impopolari come il limite agli account condivisi, la pubblicità e la distribuzione non più "in una soluzione unica" delle proprie serie Tv.

Netflix, contro la crisi frena sulle maratone (e arriva la pubblicità)

Il Sole 24 Ore, di Andrea Biondi e Marco Valsania, pag. 11

L’iniziativa. Per contrastare un declino inatteso la piattaforma pensa a servizi low cost sostenuti dagli spot e a un giro di vite sulle password degli abbonati

Un primo, grande, segnale quantomeno di adattamento a nuove condizioni e al contesto competitivo. Il rilascio in due tranche dell’ultima stagione di «Stranger Things» con i primi episodi resi disponibili il 27 maggio e i due conclusivi il 1° luglio rappresenta una rivoluzione copernicana rispetto auno degli elementi qualificanti della filosofia di Netflix: il binge watching. Delle «abbuffate» per le Serie Tv, con gli episodi rilasciati tutti in contemporanea, Netflix ha orgogliosamente fatto un tratto distintivo rispetto agli altri players come Disney+, Apple Tv+ o HBO Max e Hulu negli Usa, da sempre legati al rilascio periodico, perlopiù settimanale, degli episodi delle nuove serie. Che Stranger Things rappresenti l’inizio della fine del modello di binge release per Netflix?

«La divisione delle stagioni in realtà ha avuto una ragione pratica nel recente passato, ovvero i ritardi legati al Covid che d hanno portato a dividere alcune stagioni», ha detto il co-Ceo Ted Sarandos durante l’ultima conference cali con gli analisti. «Ma quello che abbiamo scoperto ha chiosato è che ai fan piacciono entrambi». Discussione aperta. E tanto più importante perché investe il leader di un settore, lo streaming video, la cui irruzione sulla scena ha scosso dalle fondamenta il mondo dei media, portando player tradizionali a muoversi in questa direzione (si veda il caso di Disney+) o anche a procedere verso l’M&A(emblematica la nascita di Warner Bros. Discovery). Altri player non del settore hanno poi deciso di entrare nell’arena (Apple Tv+ o Amazon Prime Video) e, nel caso di At&t, c’è chi si è ritirato in fretta e in furia capendo di non poter reggere la sfida.

Le «riforme» allo studio Ma quella sul binge watching è infondo solo una delle riflessioni che sta investendo l’incumbent Netflix, in quello che è senza dubbio il momento più difficile per l’azienda fondata e guidata da Reed Hastings. Di cui ultimamente si è parlato non più per la crescita tumultuosa degli abbonati (erano 24 milioni nel zone sono saliti oltre quota 220 milioni), ma per licenziamenti a ripetizione e crolli delle azioni. Per Netflix non sono esperienze abituali. Lo erano piuttosto aumenti senza fine degli abbonati e del business, accelerati dai postumidapandemia. Invece oggi il re dello streaming è reduce da un’inedita perdita di utenti globali, zoomila nel primo trimestre e, stando alle previsioni, due milioni nel secondo, dati che ufficiali zzerà 191uglio. Abbastanza da dissipare la magia: il suo titolo in Borsa è arretrato del 65% da inizio anno. E in uno sforzo di controllare i costi lasodetà ha messo mano al taglio in rapida progressione di 450 posti di lavoro: i16% del totale. È così che, per arrestare il declino, Netflix punta sti un ventaglio di riforme. Innanzitutto un giro di vite sulla condivisione delle password tra abbonati: ín giocaci sono ioo milioni di famiglie. Ma un’altro grande cambiamento sta nel lancio (non ci sono conferme ma Potrebbe arrivare nel quarto trimestre) di un nuovo servizio a basso costo sostenuto dalla raccolta pubblicitaria.
(Continua su Il Sole 24 Ore)

 

 

 

(Nell’immagine il logo di Netflix)