Pubblicato il 08/07/2022, 19:04 | Scritto da Francesco Sarchi

Zerocalcare: “Chi parla di periferia in Tv spesso non sa cosa sia”

Zerocalcare: “Chi parla di periferia in Tv spesso non sa cosa sia”
Il fumettista e autore di "Strappare lungo i bordi" di Netflix sarà ospite al Festival Genova Reloaded e si è raccontato al Secolo XIX, fra cinema, Tv (di cui, appunto, è diventato protagonista con la sua serie) e la vita in periferia che, assicura, non è come viene dipinta sul piccolo schermo.

«La vita in periferia? Non è quella della tv»

Il Secolo XIX, di Claudio Cabona, pag. 40

L’autore di “Strappare lungo i bordi” ha scelto “L’odio” di Kassovitz «Il tema della violenza è rimasto centrale anche nella vita vera»

La terza edizione del Festival Genova Reloaded, organizzato da Circuito Cinema, parte stasera con il pubblico in coda per Zerocalcare: i biglietti per la serata inaugurale a Palazzo Ducale con il fumettista romano, prevista alle 21.30, sono andati esauriti in poche ore ed è stato programmato un secondo appuntamento al cinema Sivori alle 20.30, sempre con la proiezione del film “L’odio” di Mathieu Kassovitz, film culto uscito nel 1995, e la presentazione appunto a cura di Michele Rech, questo ilvero nome dell’artista. «Giorgio Viaro, il direttore artistico del Festival, sapeva quanto “L’odio” mi fosse piaciuto, per questo mi ha chiesto di presentarlo al pubblico» dice Zerocalcare «Ambientato nella banlieue parigina, descrive la periferia con onestà, restituendone la complessità. Le persone non sono dipinte come il buon selvaggio o seguendo il mito del malvagio a tutti i costi. Ci sono sfumature. È un racconto drammatico, di violenza, ma intriso di ironia e tenerezza. Mi sembra ci sia davvero tutto. I pischelli protagonisti sono tutti diversi fra loro, ci sono anche un nero e un ebreo: la colla che li unisce non è l’origine, ma il posto in cui vivono. Questo primo aspetto smonta il mito dell’Islam come detonatore di determinate situazioni all’interno di quei quartieri».

La pellicola ai tempi fu un successo di critica e di incassi, ma provocò grandi polemiche in Francia per il suo punto di vista sulla violenza urbana e sulla polizia. L’allora primo ministro Alain Juppé organizzò una proiezione speciale chiedendo ai membri del suo dipartimento di partecipare, ma gli agenti di polizia presenti voltarono le spalle in segno di protesta contro il ritratto della brutalità delle forze dell’ordine rappresentato dal film. «Dietro la pellicola c’è una grande ricerca, a partire dall’immagine fino al linguaggio, con l’utilizzo dello slang dei luoghi» continua Zerocalcare «La sua forza dirompente è che offre diverse chiavi di lettura. Il tema della violenza è centrale nel film come lo è rimasto fino a oggi nella vita vera: negli anni 2000 ci furono rivolte dopo l’omicidio di alcuni ragazzini da parte delle forze dell’ordine. Ogni anno ci sono dei morti. È un film che rimane sempre attuale per questo motivo». Zerocalcare è un divoratore di serie e film.
(Continua su Il Secolo XIX)

 

 

(Nell’immagine Strappare lungo i bordi di Netflix)