Pubblicato il 28/06/2022, 19:02 | Scritto da La Redazione
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Gloria Giorgianni: La Rai deve raccontare la Storia d’Italia

Gloria Giorgianni “Iotti, Fracci e zia Elvira quanta forza le donne”

La Stampa, di Maria Berlinguer, pag. 32

Quando Gloria Giorgianni ha deciso di produrre La scelta di Maria, premio Moige per la tv valoriale, certo non immaginava che il tema delle madri che piangono soldati ignoti sarebbe tornato di attualità a pochi chilometri da casa nostra. Il docufilm sarà domani al centro di un dibattito al Parlamento europeo su Donne nei conflitti. Un riconoscimento per chi, come la sua casa di produzione Anele, da sempre punta sui contenuti per raccontare la storia del nostro Paese. «Abbiamo messo il dolore delle donne al centro del nostro racconto – dice Giorgianni – purtroppo abbiamo anticipato quanto sta accadendo, mi ha molto colpito all’inizio della guerra di Putin all’Ucraina la separazione delle famiglie, le donne e i bambini che passavano il confine e gli uomini che restavamo a combattere. Anche il milite ignoto purtroppo è un tema molto attuale, contemporaneo nella sua crudezza: è orribile non ritrovare neanche i cadaveri dei propri cari. Ci stiamo drammaticamente abituando a queste scene di fosse comuni. La mancanza di avere un corpo da piangere è una tragedia nella tragedia».

Nilde Iotti, Carla Fracci, le Illuminate e le donne di Calabria. La sua società di produzione parla al femminile.

«Sì, raccontiamo spesso storie di donne. Carla Fracci il film tv è già andato in onda ma stiamo lavorando con Daniele Luchetti su un progetto di film che parte della storia di questa grande artista per capire come si costruisce la vita di un artista che usa il corpo per esprimersi. Abbiamo intervistato grandi personaggi come Jeremy Irons, Marina Abramovic, Roberto Bolle ed Eleonora Abbagnato e la famiglia, naturalmente. Poi ci sono le donne di Calabria ora in onda sulla Rai. E’ un progetto nato grazie a Giovanni Minoli e alla film commission di Calabria che ha una visione industriale e sperimentale molto innovativa. Abbiamo raccontato la storia di sei donne per lo più sconosciute salvo Adele Cambria».

Al Salone del libro di Torino avete presentato Mondadori, con Michele Placido. Quando andrà in onda?

«In autunno abbiamo già aperto altri file sugli editori italiani e non nascondo il mio desiderio di arrivare a raccontare Elvira Sellerio, mia zia. Mondadori è il racconto dell’industria culturale italiana, una potenza creata da uomini come Mondadori, Einaudi, Feltrinelli, Bompiani, Elvira Sellerio. Tante storie di imprenditori che hanno investito nella cultura. Mondadori parte da zero, un bambino che cresce in una famiglia indigente, senza la possibilità di continuare le scuole e decide d’inventarsi tipografo e poi editore è un segnale importante per l’oggi. Investire nella cultura farebbe molte bene a questo paese e per cultura intendo ovviamente anche quella audiovisiva. La sua è anche una storia di riscatto legata a quell’ascensore sociale che un tempo esisteva e oggi c’è sempre meno. Mi piacerebbe che questo progetto approdasse nelle scuole. Far comprendere alle nuove generazioni che anche partendo da zero, si può realizzare il proprio sogno ovviamente con il duro lavoro. Rilanciare la questione dell’investimento culturale dovrebbe essere centrale per il servizio pubblico anche in un momento in cui tutte le piattaforme stanno invadendo il nostro mercato con una narrazione che ci appartiene sempre meno. Stiamo lavorando a un progetto per i 100 anni dell’Aereonautica militare, simile a quello sul centenario del milite ignoto. La Rai deve presidiare questo tipo di racconti».

(Continua su La Stampa)

(Nella foto Gloria Giorgianni)