Pubblicato il 24/03/2022, 15:04 | Scritto da La Redazione
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Gigi Marzullo: Per smettere di andare in onda mi devono cacciare

Gigi Marzullo: «Le interviste? Come i gelati Non posso farne a meno»

Il Giornale, pagina 26, di Laura Rio.

Con lui non si può che cominciare così. Gigi Marzullo, si faccia una domanda e si dia una risposta… «Certo. Ecco: Come sto? Sto bene, sono contento, per quello che si può essere in questo momento drammatico con una pandemia ancora in corso e una guerra che speriamo finisca presto».

E ora si chieda il perché di questa intervista.
«Perché mi faccio intervistare io che non amo parlare di me e preferisco far parlare gli altri? Perché è uscito il mio ultimo libro La vita è un sogno (Rai Libri) che raccoglie i retroscena di alcuni dei miei incontri più importanti. Già che ci sono mi chiedo anche perché ho scritto un altro libro».
Dunque?
«Completa la trilogia Si faccia una domanda e Non ho capito la domanda. Insieme a Rai Libri abbiamo pensato, invece di trascrivere le tante interviste che ho realizzato per Sottovoce, di raccontare quello che è successo prima, durante e dopo, compresi aneddoti, riflessioni e sprazzi della mia vita. Ci sono i grandi nomi del cinema, della cultura e dello spettacolo, la maggior parte internazionali: da Troisi a Depardieu, da Delon a Peter Fonda, da Claudia Cardinale a Charles Aznavour».
Quale di questi le è rimasto più nel cuore?
«Se devo proprio scegliere, dico Fanny Ardant, Woody Allen e Laetitia Casta. La prima perché è il mio sogno di donna, ho visto venti volte La signora della porta accanto. Come racconto nel libro, sono riuscito a intervistarla dopo un corteggiamento serrato. Allen perché ha mostrato sensibilità regalandomi i suoi occhiali. Laetitia perché mi ha impressionato a Sanremo, così giovane e così lucida».

Chi invece l’ha delusa?
«Le persone che non mi piacciono o a cui non piaccio non vengono proprio nelle mie trasmissioni».
Per lei vita e sogno sono le pagine di uno stesso libro?
«Penso che la vita abbia due binari: uno è il lavoro, l’altro l’amore. L’importante è riconoscerli entrambi. Io ho avuto la fortuna di capire il lavoro che volevo fare e di averlo potuto fare. Amo il mio lavoro, come il gelato: ogni giorno mangio un gelato, ogni giorno lavoro…».
Non immagina, prima o poi, di riuscire a spegnere le telecamere?
«Assolutamente no. Se non mi costringerà qualcuno, non lo farò mai».
Oltre a Sottovoce, Cinematografo, Applausi, Milleeunlibro con cui da molti anni intrattiene gli spettatori nottambuli, è ospite fisso a Che tempo che fa e Dedicato. Non sembra che la stiano cacciando…
«Sono realista: nella vita chiedere non è un problema, bisogna vedere se ti danno le risposte».

Sono passati quarant’anni da quando ha cominciato…
«Ho iniziato con un concorso per annunciatore radiofonico, poi collaboratore, consulente e vari giri per entrare in Rai. Fosse per me, ricomincerei tutto daccapo…».
Un sogno lo ha ancora?
«Quello che ho è il mio sogno. Sono già contento che sto bene, che campo serenamente».
Un incubo?
«La morte. La considero proprio una cosa ingiusta, non mi piace, mi fa schifo. Vorrei continuare a vivere così altri diecimila anni».
L’amore?
«Ho amato, sono stato amato e ho sofferto per amore quando ero più giovane perché non avevo capito cos’era l’amore. Poi quando arrivi a un’età come la mia capisci che amore è voler bene all’altra persona. Mi sono sposato (con Antonella De lulus) dopo vent’anni, ci ho pensato un po’…».

Il dolore più grande?
«La morte di mio fratello, a soli 41 anni, per un infarto, una tragedia per me e per i miei genitori. Non avendo io figli, la perdita delle persone care è ancora più forte. Lui era una persona colta e sensibile, ma la vita gli faceva paura».
Laureato in Medicina, non ha mai pensato di condurre programmi di salute?
«Mi sono laureato a 40 anni, ad Avellino, la mia città, per far contenti i miei genitori: se non fossi già stato assunto in Rai mi sarei specializzato in psichiatra. I programmi di medicina? Magari li farò, c’è tempo…».
(Continua su Il Giornale)

 

(Nella foto Gigi Marzullo)