Pubblicato il 10/03/2022, 19:01 | Scritto da La Redazione

I talk show? Cialtroneria spacciata per dialettica

I talk show? Cialtroneria spacciata per dialettica
Aldo Grasso imbraccia la scimitarra e fa a pezzi i salotti Tv: «All'ennesima caciara scoppiata in un talk show, un lettore suggerisce di chiamare i conduttori “animatori del villaggio turistico dell'informazione”. È una definizione che di questi tempi suona tragicomica, ma il problema che sottende è reale».

Se il talk diventa una grande corrida tra ego sovraesposti

Corriere della sera, pagina 55, di Aldo Grasso.

All’ennesima caciara scoppiata in un talk show, un lettore suggerisce di chiamare i conduttori (maschile sovraesteso) «animatori del villaggio turistico dell’informazione». È una definizione che di questi tempi suona tragicomica, ma il problema che sottende è reale: spesso i partecipanti a un dibattito dimenticano che la tv ha le sue regole ferree (lo scriviamo fin dai tempi dei primi Costanzo show). E se non si rispettano queste regole l’affidabilità dell’informazione è pari a zero. il primo a dettare le regole è il conduttore, con la scelta degli argomenti, con la sua cultura, con la sua ideologia e con il suo metronomo incorporato.

Dalla scelta degli ospiti, dagli habitué di cui si circonda, dall’insistenza con cui alcuni di loro vengono invitati (con tanto di logo alle spalle), il conduttore esprime il suo orientamento, magari in maniera dissimulata, e condiziona la discussione (il talk è un luogo di potere, non dimentichiamolo). In tv, discutere è praticamente impossibile: non ci sono le condizioni (l’astratto non funziona) e se ci sono sfiorano la noia. Motivo per cui si tende alla baruffa, che procura enormi vantaggi. Non sempre in termini di ascolto (anche se l’ossessione dell’audience è fattore di condizionamento), ma soprattutto nell’amplificazione mediatica, sia sui media tradizionali che in rete. La caratteristica principale del rissaiolo da talk è la sua sfacciataggine: può intervenire su qualsiasi argomento, tanto è più importante il modo con cui dice le cose che le cose stesse.
(Continua su Corriere della sera)

 

(Nella foto Quarta Repubblica su Rete4)