Pubblicato il 15/02/2022, 15:05 | Scritto da La Redazione
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Maurizio Costanzo strapazza i giornalisti ansiogeni

Quando i giornali ti mettono l’ansia

La Stampa, pagina 27, di Maurizio Costanzo.

Sfogliando, in un giorno qualsiasi, uno dei tanti quotidiani che escono in Italia, ho scoperto che nei titoli c’era una raccolta di parole che provocano ansia o perlomeno preoccupazione. Ad esempio “tensione”, “minaccia”, “siamo alla canna del gas”, “una impennata negativa”, “guerra”. Poi, si legge: “La Russia mette un cappio alla gola all’Ucraina“. Poi, c’è la questione bollette. Un tempo si diceva: “Quello è uno in bolletta”. Adesso “Siamo tutti sotto bolletta”. Per non dire il trionfo dei mafiosi e, in subordine, dei truffatori.

Si può essere più negativi di dire “ultima chance”? Si può evitare la preoccupazione di leggere continuamente nei titoli o negli occhielli la parola “conflitti”. Pensate, a proposito di aggressività, che a Lanciano un uomo ha sparato al vicino di casa perché sostiene che lui sparlava del medesimo. Il morto aveva 72 anni. Come si può giustificare un omicidio nei confronti di una persona che forse ha detto qualche parola su di te? Nei salotti romani si potrebbe verificare una strage ininterrotta. Ho provato ad elencare i termini, diciamo, “ansiogeni”, ma non riesco a trovare una soluzione al problema. D’altra parte, come sostituisci la parola “guerra”? Forse bisognerebbe stare attenti a titoli come “Siamo tutti alla canna del gas”, perché questo può creare un’ansia che coglie gran parte della popolazione. Come sostituire “La Russia mette un cappio all’Ucraina”, se non con “La Russia minaccia l’Ucraina”.
(Continua su La Stampa)

 

(Nella foto Maurizio Costanzo)