Pubblicato il 25/01/2022, 11:31 | Scritto da Andrea Amato
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Quirinale: la vergogna delle schede bianche a reti unificate

Con questi politici e questi giornalisti non c’è futuro per l’Italia

La peggiore classe politica della storia repubblicana raccontata dalla peggiore classe giornalistica di sempre. Questo è quello che è andato in onda ieri a reti unificate durante la farsa della prima votazione per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica italiana. Già, perché dopo due anni di pandemia, che ha messo letteralmente messo in ginocchio il Paese, i 1.009 grandi elettori hanno pensato bene di trastullarsi con liturgie e tatticismi figli d’altri tempi. Hanno giocato, sulla pelle dei cittadini, a fare finta di essere in piena Guerra Fredda, come se esistessero ancora i blocchi Dc e Pci. Per un giorno (ma lo rifaranno anche oggi) hanno pensato di essere Fanfani e Pertini, Moro e Nenni, Malagodi e Berlinguer, purtroppo, invece, sono solo Salvini e Letta, Conte e Renzi, Meloni e Tajani.

Come se l’elezione del Presidente fosse arrivata improvvisamente, come se non lo sapessero da sette anni che oggi si sarebbe votato, tutti i partiti hanno deciso di lasciare la scheda bianca perché ancora non sono riusciti, dopo mesi che non si parla d’altro, a trovare un nome degno di questo ruolo. Perché, forse, presentarsi a reti unificate davanti a un Paese dilaniato da una crisi epocale e votare in mezzora il nuovo capo dello Stato sarebbe stato troppo. Troppo civile, troppo responsabile, troppo etico. Troppo per una banda di cialtroni, miracolati dai social network, salvati dall’astensionismo e dall’ignoranza di un popolo che ha totalmente abdicato ogni diritto civile. Ma attenzione: questi politici non sono marziani arrivati sulla terra, li abbiamo eletti noi, perché noi siamo così. Sono esattamente lo specchio di una nazione in decomposizione.

La legittimazione dei media

E così, davanti a mille telecamere, con una diretta infinita su tutte le reti televisive, è andato in onda l’ennesimo stupro alla Repubblica italiana, con centinaia di schede bianche, interrotte dalle vergognose spiritosaggini di voti per Dino Zoff, Bettino Craxi, Alberto Angela e Amadeus. Ma il peggio, secondo noi, non si è svolto dentro i catafalchi del Parlamento, bensì in televisione. La narrazione giornalistica che è stata fatta della giornata di ieri, e che si ripeterà oggi, è la prova che non c’è scampo per questo Paese. Selve di inviati con microfoni sotto il naso di politici pusillanimi senza fare domande, nessuno che li abbia messi davanti alle loro responsabilità. Anzi, alcuni hanno anche scherzato con i politici, avallando e legittimando questa farsa, questo scempio della democrazia.

Ore e ore di maratone tv sul nulla. Doveva essere Servizio pubblico e invece è stata la celebrazione di una pantomima. Attempati direttori di giornali, che ormai vendono poche migliaia di copie, ospiti in tutti le reti a fare ragionamenti inutili sul nulla. Nessuno che si sia alzato per gridare: «Veramente siamo ancora a questo? Davvero dopo sette anni vi siete ridotti a questo spettacolo ripugnante, mentre fuori dal Palazzo e dai salotti tv la gente non sa dove sbattere la testa?». No, tutti impegnati a capire se questi cialtroni che abbiamo eletto si metteranno d’accordo alla terza o alla quarta votazione. Una classe politica così scarsa è anche figlia di un giornalismo altrettanto scarso, che ormai in questo Paese ha perso ogni funzione civile e sociale. E, purtroppo, accendendo la televisione ne prendiamo atto quotidianamente. Amen.

 

@AndreaAAmato

 

(Nella foto le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica)