Pubblicato il 13/01/2022, 11:33 | Scritto da La Redazione
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Il Tg5 compie 30 anni e si dichiara indipendente per la corsa al Quirinale. C’è da credergli?

Clemente Mimun: «Tg5, 30 anni di qualità. Corsa al Quirinale? Siamo da sempre indipendenti»

Il Sole 24 Ore, pagina 18, di Andrea Biondi.

Trent’anni. Andò in onda il 13 gennaio 1992, alle 20, la prima edizione del Tg5: «Il primo tg che si confrontava con coraggio con il notiziario della prima rete di servizio pubblico» e oggi «riconosciuto come un punto di riferimento assoluto dell’informazione italiana. Da editori ne siamo orgogliosi», commenta in una nota l’ad Mediaset, Pier Silvio Berlusconi. I numeri elaborati dallo Studio Frasi su dati Auditel indicano un’audience media di 4,2 milioni nel periodo 26 settembre-8 gennaio con il 19,11% di share. li Tg1 è davanti (5,1 milioni e 23,52% di share), ma con età media più alta (63 anni contro i 55 del Tg5) e con un Tg dell’ammiraglia Mediaset, segnala il gruppo di Cologno, avanti nella fascia 15-64 anni: 20,4% di share contro 18,2% del Tg1 per l’edizione serale nell’autunno 2021. Solo tre i direttori in 30 anni: Enrico Mentana (13 anni) e Carlo Rossella (3) prima di Clemente Mimun, al suo 15esimo anno. «Il nostro – dice al Sole 24 Ore – è un telegiornale libero, agile, con linguaggio moderno. Esattamente come lo immaginammo 30 anni fa».

Beh libero. Avete un editore, Silvio Berlusconi, che è sulla scena politica da quasi 30 anni.
Posso dire con certezza che la libertà di cui godiamo qui non è neanche lontanamente paragonabile a quanto accade altrove. Mai telefonate, né veline. Si può chiedere ai miei predecessori e a qualsiasi giornalista della redazione.
Con l’editore in corsa per il Quirinale non sarà diverso?
Il Tg5 farà quello che devono fare tutti i giornali. Raccontare quello che succede. Personalmente, lo dico senza problemi, sarei contento se ci arrivasse. E anche se Draghi continuasse a fare il premier. Ma non sarà la posizione del Tg che non ha mai risentito della sua discesa in politica.

Nel 1995 gli spettatori del Tg5 erano 5,5 milioni, come 7,3 erano quelli del Tg1. Declino della Tv stretta dalla morsa web?
La Tv generalista resta fondamentale. Noi da sempre cerchiamo di adeguare lo strumento rispetto ai tempi che viviamo. Credo ad esempio che sarebbe valida l’idea di un Tg con una ricaduta radiofonica. Forse andrà rivisto anche il meccanismo dell’Auditel. Perché la Tv si può vedere ora anche attraverso smartphone o tablet. E gli ascolti ne risentono.
Un tempo siete stati sinonimo di innovazione. Com’è che oggi la vera innovazione è arrivata dal Tg1 di Monica Maggioni che ha eliminato i pastoni politici?
Quella dei pastoni è un’illusione, dai. Io dico solo che se per non avere un pastone si fa un pezzo per il centrodestra e uno per il centrosinistra il risultato è di aver aumentato il tempo dedicato al dibattito politico. Ora i partiti da diverso tempo viaggiano in tono minore. Non appena si faranno risentire anche la bravissima Monica, della cui buona fede su questa mossa sono assolutamente convinto, sarà pressata dalle forze politiche. Noi ci misuriamo su altro.
(Continua su Il Sole 24 Ore)

 

(Nella foto Clemente Mimun)