Pubblicato il 04/01/2022, 18:02 | Scritto da La Redazione
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Pierluigi Pardo: Sono il nuovo football lead di Dazn

Pierluigi Pardo: «La prossima sfida in tv portare gli arbitri a spiegare»

La Repubblica, pagina 35, di Franco Vanni.

Telecronista e conduttore. Da ragazzo, responsabile marketing in una multinazionale. Pierluigi Pardo cambia pelle per l’ennesima volta e annuncia. «Sarò football lead di Dazn. Lavorerò nel team di Ughetta Ercolano al coordinamento editoriale dei contenuti sul calcio. La squadra è giovane, entusiasta, piena di talento».

Continuerà le telecronache?
«Certo. Ho cominciato a cinque anni commentando le mie stesse prodezze nel corridoio di casa. È la mia vera passione».
Quali novità porterà?
«Dal 16 gennaio parte il programma della domenica sera di Marco Cattaneo, un punto autorevole e leggero sul weekend. Poi ci sarà il Coca Cola Super Match, analisi divertente di una delle sfide clou».
Tornerà a condurre un talk?
«Ci sto pensando. Vorrei contaminare il pallone con altri mondi. Come dice Mourinho, chi sa solo di calcio non sa nulla di calcio».
Farete parlare gli arbitri in tv?
«Siamo stati i primi a introdurre un commentatore tecnico specifico in tempo reale, l’ex fischietto Luca Marelli. Se Rocchi decide di mandare gli arbitri a parlare in tv siamo pronti a ospitarli».
La parola “studio” resta tabù?
«Qui parliamo di “square”, spazio polifunzionale in cui prendono vita tanto i contenuti live quanto quelli on demand».
Con lo streaming, in ritardo rispetto all’evento, la diretta è un concetto superato?
«Io stesso ho visto la finale dell’Europeo fantozzianamente abbarbicato su un balconcino, visto che il vicino riceveva prima il segnale. È inevitabile ma è comunque diretta a tutti gli effetti».

Ventuno anni fa lei era a Stream, oggi a Dazn. Che analogie nota fra l’esplosione del satellite e dello streaming?
«Sono rivoluzioni. Il satellite portò il calcio nelle case. Dazn insegna che il pallone si può seguire ovunque. Stiamo contribuendo alla digitalizzazione del Paese, anche grazie ai giovani che insegnano ai padri».
Com’è cambiata la narrazione del calcio?
«Oggi puntiamo su highlights e interviste brevi. E ci esponiamo alla critica continua dei social, che a me non spaventa: non ho mai bloccato nessuno. Ma al centro per fortuna resta il pallone. E siamo fortunati: ci mandano allo stadio gratis per raccontare le partite».
Dopo i problemi di inizio campionato, ha chiesto a Dazn garanzie sulla qualità del servizio per gli abbonati?
«Non ne ho bisogno, vedo il lavoro che viene fatto ogni giorno. Le iniziali problematiche di aggiustamento sono superate».
La spizzata, i quinti, i braccetti, la transizione … Delle espressioni in calciatorese, cosa salva?
«Adoro l’originalità. Il nome e cognome del marcatore scanditi da Fabio Caressa. Il “rete” di Compagnoni. Le sciabolate di Piccinini. Non mi piacciono espressioni antiche come gli alabardati, i partenopei, la barba al palo. Meglio l’ombrellino nel long drink del mitico Nicola Roggero, allora».
Chi è il suo idolo professionale?
«Beppe Viola, per distacco. Poi Pizzul, Galeazzi, D’Aguanno».
(Continua su La Repubblica)

 

(Nella foto Pierluigi Pardo)