Pubblicato il 03/01/2022, 17:03 | Scritto da La Redazione
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Licia Colò: Gli influencer dovrebbero spendersi per salvaguardare la natura

Licia Colò: «Sui social l’ambiente è una Cenerentola, servirebbe tanto l’aiuto degli influencer»

La Stampa, pagina 25, di Maria Berlinguer.

Da bambina sogna di diventare pilota di elicotteri. Ma il modo di esplorare il mondo e non solo dall’alto l’ha trovato lo stesso. Licia Colò torna a gennaio su La7 con Eden un pianeta da salvare, quattordici puntate più due speciali, in onda dall’8 in prima serata il sabato sera. Terza edizione. Si parte con le Egadi, Marettimo e la magnifica Todi, seguendo le tracce di Jacopone. E quest’anno le telecamere ci porteranno soprattutto in Italia.

Cosa è cambiato in questi due anni di Covid. È stato più difficile viaggiare?
«Sì, abbiamo avuto tanti limiti, noi siamo una troupe televisiva piuttosto numerosa, quindi è stato difficile avere tutte le autorizzazioni, i permessi dei vari governi, non siamo potuti andare in giro tipo vacanzieri come facevamo prima. Abbiamo dovuto rinviare due volte il viaggio in Irlanda. La prima volta perché chiedevano che fossimo tutti vaccinati mentre lo ero solo io, perché purtroppo sono la più grande del gruppo, la seconda perché i contagi erano di nuovi schizzati alle stelle».
Per questo che ha scelto di concentrarsi sull’Italia?
«Ho dovuto limitare le mete straniere, ci siamo dedicati al nostro Paese, ma non è stato una scelta di ripiego, tutt’altro. Io credo che in un periodo così difficile sia giusto seguire il detto “aiutati che Dio ti aiuta”. Promuovere e far conoscere le bellezze del nostro Paese anche per aiutare l’economia perché ci sono tante persone che guardano il nostro programma che prendono spunto per i viaggi, per andare a visitare i luoghi che hanno visto».
Lei in tv ha cominciato con programmi di musica e per bambini con Paolo Bonolis, ma è stata la pioniera di un genere che oggi va per la maggiore, quello dell’ambiente e dei viaggi.
«Il primo programma è stato L’Arca di Noè e stiamo parlando del 1989, meglio non fare il conto. Ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare in televisione che ero molto giovane, a vent’anni. Sono entrata nel mondo delle tv private quando sono nate e ovviamente all’inizio non mi ero posta l’obiettivo di scegliere. Dopo qualche anno di Bim, bum, bam e altre trasmissioni di successo mi sono interrogata su cosa avrei voluto davvero fare, quale era la mia strada e quindi nell’87 ho pensato che mi sarebbe piaciuto fare un programma che raccontasse le mie passioni. Allora c’era solo Piero Angela, con Quark. Compravano dei documentari favolosi anche di produzione internazionale. Avevo tante paure, mi domandavo perché i telespettatori avrebbero dovuto ascoltare me che non ero nessuno. Le mie rughe raccontano le mie esperienze, i miei viaggi».
Non mi sembra messa così male.
«Sono arrivata a un punto della vita in cui non ne frega davvero più niente».

Però c’è chi l’ha criticata sui social perché in alcuni reportage, magari in alta quota, aveva i capelli al vento.
«A nessuno verrebbe in mente di scrivere a un conduttore per criticare i suoi capelli. Invece a me scrivono “perché non ti pettini”? Lo segnalo perché mi fa ridere oltre che tristezza. Ci sono personaggi di spettacolo che investono sul look, con effetti particolari come è sui social, dove non c’è più niente di naturale e tutti usano i filtri, e c’è chi sceglie un’altra strada. Io il mio lavoro non l’ho basato sull’aspetto fisico».
C’è una meta che sogna di visitare ancora?
«Oggi mi interessa andare alla ricerca della bellezza delle tante cose che si stanno perdendo. In questa edizione di Eden abbiamo dato spazio a persone normali che hanno fatto scelte in controtendenza, tipo l’avventuriero che viaggiava sempre e che ha deciso di fermarsi nel suo paesello coinvolgendo tutti i ristoranti per aiutarlo a coltivare un campo solo con prodotti biologici. Tante persone che fanno volontariato per proteggere il mare o ricerche scientifiche. Il mio sogno è continuare a lavorare per far capire quanto la tutela dell’ambiente e del territorio possa essere preziosa anche a livello economico. Mi fa tristezza quando sento qualche scienziato dire che è troppo tardi. Dobbiamo rallentare la distruzione. I giovani sono più attenti, ma non tutti, abbiamo i social che sono la nuova televisione che se ne occupano pochissimo. Io mi domando: come mai non c’è un influencer che faccia campagne per l’ambiente?».
(Continua su La Stampa)

 

(Nella foto Licia Colò)