Pubblicato il 25/11/2021, 15:05 | Scritto da La Redazione

Baby squillo Parioli: “Mia mamma si insospettiva per i soldi, ma le dicevo che spacciavo cocaina”

Baby squillo Parioli: “Mia mamma si insospettiva per i soldi, ma le dicevo che spacciavo cocaina”
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il documentario di Crime+Investigation sulla storia delle baby squillo dei Parioli è un vero pugno allo stomaco. Nulla a che vedere con il glamour della serie tv “Baby” di Netflix.

Baby squillo tra cronaca e paradossi

La Repubblica, pagina 47, di Antonio Dipollina.

Un doc, in due parti, nel quale c’è in teoria il racconto in prima persona di tutto. Eppure di questo La ragazza dei Parioli (appena passato su Crime+ Investigation) resta soprattutto il peso, quasi insostenibile, di tutto quello che non è detto e raccontato: forse anche la morale della storia, forse il senso complessivo. Otto anni fa il caso noto come quello delle baby squillo del quartiere romano più abbiente, due ragazzine quindicenni, un giro di prostituzione minorile con clienti prontissimi. E quindi a prima vista classificabile quasi come un giro interno, pressoché lussuoso, per noia o chissà. Invece i Parioli, per Marianna – la vera protagonista – e la sua famiglia erano una collocazione improvvida, lei e una sua amica lo facevano per soldi ma soprattutto per la micidiale trappola tesa all’adolescenza, soprattutto se poi il viluppo delle dinamiche madre e figlia (c’è anche una nonna, che sembra il personaggio positivo) emerge come inestricabile.

Ci sono anche spezzoni degli interrogatori alla ragazza in Procura. Dialoghi come: «I clienti mi dicevano che dimostravo molto più della mia età». «Allora sapevano quanti anni avevi». «No». E c’è la Marianna di oggi, passata da anni in comunità di recupero e ora in un quadro di normalità – ma dentro la normalità non può starci il racconto totale in un lavoro come questo. Quindi ancora scarti di lato, domande, dubbi. «Mia mamma si insospettiva per tutti quei soldi, ma le dicevo che venivano dallo spaccio di cocaina». Basta questo paradosso per chiedersi ancora se sarà mai possibile, o se abbia senso, sondare i meandri profondi di questa vicenda.
(Continua su La Repubblica)

 

(Nella foto Marianna)