Pubblicato il 17/11/2021, 15:02 | Scritto da La Redazione
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I club di Serie A contro la Politica: Odia il calcio!

Luigi De Siervo: «La politica odia il calcio. Dazn? Va colto l’allarme su streaming e pirateria»

Il Sole 24 Ore, pagina 34, di Andrea Biondi.

Il clamore seguito all’ipotesi, da parte di Dazn, di stop alla concurrency, la visione di due stream contemporanei da località diverse con un unico abbonamento, non lo ha sorpreso. «Il tema – dice Luigi De Siervo – riguarda milioni di appassionati». Con altrettanta franchezza l’ad della Lega Serie A parla però di «tema di abusi contrattuali» da affrontare. In gioco c’è la sostenibilità di un’industria che sente le istituzioni fin troppo lontane. «Il nostro – dice – è un Paese in cui, nei fatti, la politica dimostra di odiare il calcio».

In che senso?
Serve superare le posizioni populiste e pilatesche che hanno caratterizzato la relazione tra politica e Serie A in questi ultimi anni. È bene ricordare che la Serie A è il motore economico di tutto il sistema. Minori ricavi ottiene la Serie A e minori ricavi vi saranno a disposizione di tutto lo sport italiano. La nostra è una posizione seria, non abbiamo chiesto ristori al Governo, ma l’apertura di un tavolo per le riforme finalizzato a rimuovere limiti ingiusti e vessatori alle nostre attività di valorizzazione del prodotto. Chiediamo di tornare a competere sui mercati senza essere penalizzati dal nostro stesso Governo.
E invece?
E invece i nostri politici sono i primi a cercare l’esposizione mediatica che il calcio garantisce, ma poi hanno posizioni irrazionali quando non garantiscono, come per i cinema al chiuso, la piena occupazione degli stadi all’aperto; ipocrite quando impongono il limite alle sponsorizzazioni sportive del betting, mentre continuano a consentire le scommesse accaparrandosene i lauti profitti; punitive se si pensi ai limiti alla commercializzazione dei diritti Esteri imposta dal decreto Melandri; pavide sul sostegno alla ristrutturazione degli stadi nonostante sia chiaro a tutti che i nuovi impianti saranno i motori necessari alla massimizzazione dei ricavi durante le gare; complici della malavita organizzata quando non consentono di bloccare, in tempo reale, le trasmissioni pirata delle nostre partite.
La pirateria è aumentata con i diritti della Serie A a Dazn che trasmette in streaming?
Purtroppo questa piaga è in aumento negli ultimi anni in tutto il mondo indipendentemente dalla soluzione distributiva adottata, ma in particolare nel nostro Paese, dove causa danni di oltre 1 miliardo all’industria della creazione di contenuti, ovvero cinema, tv, carta stampata, ma anche e soprattutto al calcio, prodotto premium per antonomasia.

Quanto è forte sul prodotto Serie A il tema degli abusi contrattuali, come segnalato dalla stessa Dazn nel suo comunicato?
L’analisi dei numeri dimostra come il tema degli abusi contrattuali in Italia sia enorme. Purtroppo il nostro si conferma, ancora una volta, come il Paese dei “furbetti”. Questo triste primato ci consegna un Paese in cui sia sempre difficile garantire la nascita di progetti seri e innovativi. Per un’analisi profonda della situazione credo debbano essere abbandonate le ipocrisie. Il calcio necessita di risorse importanti se si desidera che i nostri club possano competere a livello internazionale. “La pirateria uccide il calcio”, non è uno slogan, ma la triste constatazione di un suicidio collettivo perpetrato da certi tifosi che, pur dicendo di amare il calcio, stanno soffocando lo sport più bello del mondo.
Tornando alla concurrency, per voi è una pratica che alimenta abusi contrattuali e pirateria?
L’allarme lanciato da Dazn deve essere colto dalle autorità e dai principali stakeholder del settore, tra cui ovviamente noi. La Lega Serie A ha venduto i propri diritti attraverso un bando regolato da una legge dello Stato. L’eliminazione della concurrency poteva evidentemente essere assunta fin dall’estate perché ricalca quanto è previsto in altri Paesi europei come in Spagna.
Inciampi e disservizi da parte di Dazn, i cui vertici Italiani sono stati convocati al Mise dal ministro Giorgetti per oggi, hanno caratterizzato le prime giornate. Qual è la sua valutazione?
Il passaggio a una nuova modalità di distribuzione della Serie A Tim richiedeva necessariamente qualche giornata di assestamento. Ho sempre pensato che il calcio potesse svolgere la funzione di volano per accelerare il processo di digitalizzazione del nostro Paese. In questo diventa determinante la visione del Governo perché, dati alla mano, viviamo in un contesto tra i più arretrati a livello europeo dal punto di vista tecnologico. Dazn è intervenuta rispondendo prontamente alle nostre sollecitazioni e nelle ultime settimane non si sono verificati episodi di interruzione nella visione delle gare. Credo che la direzione sia quella giusta e che si possa ancora migliorare per offrire un prodotto sempre più di qualità.
(Continua su Il Sole 24 Ore)