Pubblicato il 13/08/2021, 15:30 | Scritto da La Redazione
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Elena Sofia Ricci: Lotto per i lavoratori dello spettacolo

Elena Sofia Ricci: Lotto per i lavoratori dello spettacolo
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: «È arrivato il momento di riconoscere il mestiere dei lavoratori dello spettacolo. Bisogna investire di più nel nostro settore», dice l’attrice in un’intervista a Giulia Bianconi de “Il Tempo”.

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Il Tempo, pagina 20, di Giulia Bianconi.

«Ancora oggi chi lavora nel mondo dello spettacolo fatica a far capire che il nostro è un mestiere. È arrivato il momento di riconoscere ciò che facciamo e investire di più nel settore». Elena Sofia Ricci, da donna combattiva e libera qual è, si fa portavoce del malcontento di tanti artisti che hanno risentito della pandemia. Negli studi di via Tiburtina a Roma, l’attrice, 59 anni, insieme a colleghi e professionisti dello spettacolo, ha realizzato l’evento dal vivo Grido per un nuovo Rinascimento, che è diventato poi un documentario.

«Attraverso la bellezza della nostra arte abbiamo espresso il nostro dolore per questo momento difficile», ci ha raccontato durante l’ultima edizione del Filming Italy Sardegna Festival, dove ha rivestito i panni di madrina. Nel suo futuro ci sono tanti progetti soprattutto teatrali, tra cui una regia. Mentre per vederla ancora rivestire i panni di Suor Angela nella fiction di successo di Rai1 Che Dio ci aiuti bisognerà aspettare un po’.

Come nasce Grido per un nuovo Rinascimento?
«Dalla telefonata di un collega che non era stato pagato per una tournée teatrale. Quel grido di dolore ha dato vita a un evento realizzato insieme a colleghi attori, danzatori, musicisti, stuntman, segretarie di edizione, anche figure professionali poco conosciute, che si sono messi a disposizione con generosità. Quell’evento dal vivo è diventato poi un documentario che ho montato con un amico e che dovrebbe chiudere la Festa del cinema di Roma il 24 ottobre, data che coincide con la Giornata nazionale dello spettacolo».
Lei si sente riconosciuta come lavoratrice in questo settore?
«Direi di no. Non si sa perché in Italia si pensa che chi fa questo mestiere non lavori. Eppure, dietro a quell’ora e mezza di film o spettacolo ci sono anche mesi di prove. Abbiamo bisogno di una patente del lavoratore e che cultura e arte vengano ricollocate al centro della nostra società».
Lei è una donna combattiva. Chi le ha insegnato a essere così?
«Mia mamma (Elena Ricci Poccetto, ndr), la prima donna scenografa del cinema italiano negli anni Sessanta. È stata una lottatrice, una vera battagliera, mi ha insegnato che vanno rispettati tutti i lavoratori».
(Continua su Il Tempo)

 

(Nella foto Elena Sofia Ricci)