Pubblicato il 08/03/2021, 15:04 | Scritto da La Redazione

Nicola Zingaretti chiude la carriera da leader dalla D’Urso

Nicola Zingaretti chiude la carriera da leader dalla D’Urso
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: il segretario dimissionario del Pd, dopo averla difesa, è andato su Canale5 a spiegare il motivo del suo addio.

Le accuse di Zingaretti in tv: il Pd implode, lasciare atto d’amore

Corriere della sera, pagina 16, di Alessandro Trocino.

«Sì, c’è una cosa che mi ha dato fastidio in questi giorni ed è questa: noi tutti insieme abbiamo voluto il governo Conte, che ha riportato l’Italia in Europa. Noi lo abbiamo voluto tutti, io ci ho messo la faccia. Poi quando non è andato in porto, ci siamo girati e non c’era più nessuno. E ci hanno accusato di avere detto “o Conte o morte”, cosa che io non ho mai detto». Nicola Zingaretti sceglie Barbara D’Urso e il suo programma Live su Canale5 per spiegare le ragioni delle dimissioni e togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Sorride, prima di tutto, delle polemiche nate intorno al tweet in solidarietà alla D’Urso: «Il populismo si combatte con la politica popolare, non con la puzza sotto il naso. Mi è sembrato naturale fare i complimenti a una trasmissione che chiama i maggiori leader a confrontarsi. Ma si è scatenato il putiferio e questa è una cosa da snob. Se c’è qualcuno che ama la politica dei salotti, si accomodi».

Ma in quelle polemiche Zingaretti ha visto anche un segnale politico: «Quell’aggressione che abbiamo avuto era un segnale che qualcosa non andava, che qualcuno voleva criticare a prescindere. Sicuramente qualcosa di strano c’era». Le dimissioni sono arrivate per altri motivi, ma il segnale era anche quello: «Ho voluto dare una scossa quando ho percepito che il Pd rischiava di implodere nelle dinamiche interne. II mio è stato un atto di amore». Zingaretti attacca ancora: «Non credo che il pluralismo sia stare zitti nelle riunioni e poi attaccare in pubblico». Per questo il governatore dem ha pensato che fosse «opportuno che tutti si prendessero le loro responsabilità: altrimenti si confonde il confronto di idee con la furbizia».

No a sindaco di Roma

Alla D’Urso che chiede se le dimissioni siano irrevocabili, risponde: «Sì, anche se non scompaio. Combatterò con le mie idee. Il Pd non è il partito di un leader, abbiamo tante energie. Spero che ora il gruppo dirigente sia più vicino alla vita degli italiani. Io penso che tutta la politica deve rinnovarsi ed essere più vicina alle persone. In particolare il Pd». Quanto all’ipotesi che faccia il sindaco di Roma: «Sono il presidente del Lazio, in questi mesi ho difeso la mia terra. Ho tantissime cosa da fare. Fare il sindaco di Roma sarà la cosa più bella che possa capitare nei prossimi mesi a chi ha passione politica, ma ci sono tante energie, non è questo il mio pensiero né il mio obiettivo».

Infine, una battuta rivolta a Matteo Salvini, che era l’ospite successivo della trasmissione: «È e rimane il mio avversario politico. Ma l’Italia dopo un anno di pandemia ha bisogno di unirsi per le riforme. Ci sarà tempo per andare a combattersi. La cosa che chiedo a Salvini è di evitare di fare troppe furbizie, di dire tutto e il contrario di tutto. Sono contento che abbia cambiato idea sull’Europa, ma io vorrei ora tasse più giuste».

 

(Nella foto Nicola Zingaretti da Barbara D’Urso)