Pubblicato il 30/11/2020, 19:32 | Scritto da La Redazione

Walter Veltroni inventa il super Tg dei Tg speciali

Walter Veltroni: «Il mondo visto dai Tg»

Corriere della sera, pagina 39, di Renato Franco.

«Un racconto emotivo e affascinante dell’Italia e del mondo attraverso le edizioni straordinarie dei notiziari Rai, dal 1954 ad oggi». Così Walter Veltroni sintetizza l’anima del suo documentario, Edizione straordinaria in onda sabato 5 dicembre alle 21.45 su Rai3. In un’ora e mezza – «come in un film» – verranno ripercorsi i momenti esatti in cui gli italiani hanno appreso i grandi eventi che hanno cambiato il corso della storia contemporanea, fissati dalle immagini giunte da tutto il mondo.

II documentario parte dal 1954, ma la prima vera edizione straordinaria risale al 1963 e annuncia la morte di Giovanni XXIII. In segno di lutto la Rai sospese i programmi, oggi invece si stravolgerebbero i palinsesti.
«Per quella prima volta la Rai sceglie un apparente paradosso. Ma il servizio pubblico per un certo periodo giocava a togliere. Emblematico il caso di Tenco, settima notizia data dicendo che il Festival sarebbe continuato nonostante il suicidio del cantante. Succede anche per l’omicidio di Ambrosoli che nello scorrere delle notizie è preceduto dal blackout dell’Acea a Roma. È una Rai che tendenzialmente se può toglie, leva, smussa. Salvo alcuni sprazzi di gigantesco giornalismo come la pagina di Zavoli sull’alluvione di Firenze con Giannini che fa sentire al telefono il rumore dell’Arno dalla finestra aperta».
Ci sono pezzi di impatto come quando Fazio fu interrotto per dare la notizia della morte di Ilaria Alpi o quando Frizzi cedette la linea per la strage di Nassiria. II racconto di Frajese sulla caduta del Muro di Berlino è da manuale.
«Frajese merita di passare alla storia non solo per il pregio di aver preso a calci il disturbatore Paolini… Oggi un editoriale così sarebbe impensabile, perché siamo tornati alla spersonalizzazione della conduzione. La forza del Tg di Mentana secondo me è proprio quella che deriva al tempo stesso dall’autorevolezza e dalla capacità di cucire i frammenti. Mentana sostituisce alla cultura del frammento – la sequenza dei servizi – la cultura del racconto. Ed è quello che facevano i Frajese, i Vespa, gli Italo Moretti, i Mario Pastore, le Gruber, le Lorenza Foschini, le Busi, le Carmen Lasorella».

Oggi è diverso. E una questione di personalità?
«La personalità dipende anche dal grado di libertà che ti viene concesso. Se il tuo incarico è raccont
Il documentario è una lunga sequenza, un blob cronologico, mai interrotto da interviste di commento.
«Si poteva battere la strada abbastanza tradizionale dell’intervista al giornalista che ha realizzato il servizio, ma ho pensato che questo avrebbe rallentato anche emotivamente il ritmo di questo racconto che in fondo è il racconto di come gli italiani hanno conosciuto la storia nel succedersi degli eventi. Mi sembrava giusto evitare un intervento che spostasse temporalmente all’oggi la sequenza degli eventi. L’obiettivo era mantenere una tensione narrativa che avesse dentro allo stesso tempo un’emozione e un equilibrio».
Le sue personali edizioni straordinarie quali sono?
«L’assassinio di Bachelet, quell’immagine sulle scale mi colpì moltissimo; ovviamente Moro con il servizio straordinario di Frajese; ma considero la cronaca di Barbato sull’attentato a Robert Kennedy – praticamente senza immagini – un capolavoro di giornalismo».

 

(Nella foto Walter Veltroni)