Pubblicato il 20/10/2020, 17:33 | Scritto da La Redazione

Dopo 14 anni Mussolini e Luxuria se le danno ancora

Mussolini-Luxuria le scuse a metà

Corriere della sera, pagina 23, di Candida Morvillo.

Le scuse a metà di Alessandra Mussolini non accontentano Vladimir Luxuria, che a Porta a Porta era stata bersaglio di un «meglio essere fascista che gay» (gay è la versione edulcorata, Mussolini aveva detto fro…). Era il 2006, sono passati 14 anni e non è ancora pace. D’altra parte, la lite di cui si è tornato a parlare sabato sera a Ballando con le stelle, è talmente iconica di una certa lotta politica e di che cos’è questo Paese, che in un film di Mimmo Calopresti, Gérard Depardieu la guarda alla tv e, in quell’istante, ha un infarto e muore. Sabato, nel programma di Rai1 dove Mussolini fa la concorrente, il giurato Fabio Canino, da sempre impegnato contro l’omofobia, le chiede se si è pentita e se chiede scusa. Mussolini tergiversa. Chiama in causa il momento difficile da pandemia, reclama di essere lì per fare spettacolo.

Selvaggia Lucarelli e Alberto Matano si uniscono alla richiesta di pubbliche scuse. Alla fine, l’ex deputata e senatrice si piega ma non si spezza. Dice: «Vladimir mi aveva detto fascista a mo’ di attacco e io, quando mi contesti non per quello che dico ma per quello che rappresento, divento matta. Certamente, questa cosa non andava detta. Sicuramente, sia da parte di Vladimir che mia, sono state dette frasi completamente sbagliate e fuori luogo». Vladimir non era lì e, adesso, con il Corriere, replica calma, ma chirurgica: «lo non ho rancori ma ho un’ottima memoria. E non accetto la ricostruzione dei fatti di Mussolini, che si trova attenuanti e giustificazioni che non ha». Le scuse, a metà o intere, le accetta: «Sono sempre pronta a voltare pagina, ma non è vero che l’ho provocata dandole della fascista».

Gli insulti del 2006

In studio, quella sera di marzo del 2006, c’era anche l’ex magistrato Di Pietro. Ricorda Luxuria: «Mi ero definita transgender e Alessandra ha iniziato a ironizzare sul termine. Diceva: trans gendarme, mi sembri Schwarzenegger. Ho lasciato cadere, poi lei ha detto a Di Pietro: voi vi occupate solo di immigrati e omosessuali. A quel punto, è stato lui a darle della fascista. E lei: io mi vanto di essere fascista. Mi sono inserita chiedendole se, come tale, voleva ancora mandare gli omosessuali al confino».

La lite è ancora su Youtube come nelle Teche Rai, con Mussolini che butta lì: «Questo si veste da donna e pensa di poter dire quel che vuole». Era il debutto politico di Vladimir, che quel giorno annunciava la candidatura alla Camera con Rifondazione comunista: «Fu una doccia fredda. Mi confrontavo per la prima volta con vecchi leoni della politica, ero in soggezione, temevo la brutta figura, mi aspettavo il peggio, ma non questo. La frase di cui stiamo ancora discutendo è stato l’insulto più brutto subito in tutta la mia vita pubblica, e sono una che gli insulti se li è presi da Daniela Santanchè e da Elisabetta Gardini che non mi voleva nei bagni del Parlamento. Quello di Alessandra vale doppio: c’è l’omofobia e c’è l’apologia del fascismo. Fra l’altro, dovrebbe mettersi d’accordo con se stessa: o considera l’essere fascista un vanto o qualcosa per cui offendersi».

 

(Nella foto Vladimir Luxuria)