Pubblicato il 28/09/2020, 14:34 | Scritto da La Redazione
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La bella vita di Giorgio Mastrota, tra materassi e alpeggi

La bella vita di Giorgio Mastrota, tra materassi e alpeggi
La nostra rassegna stampa, con gli estratti degli articoli più interessanti: vive a Bormio. Ha quattro figli da tre diverse donne. È appena ridiventato papà e, contemporaneamente, nonno. Ha rifiutato tutti i reality, tranne "Pechino Express", ma all’ultimo… In una lunga intervista il re delle televendite si racconta: «La tv di ieri era più libera, oggi viene stigmatizzato tutto dai social: vedi il caso Fausto Leali. Troppo politicamente corretto non va bene».

“Il materasso mi ha risolto la vita”

Libero, pagina 18, di Alessandra Menzani

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Dunque le televendite si sono fermate?

«Sì, sono andate in onda le repliche. Abbiamo ricominciato a metà giugno. A Mediaset facciamo il test sierologico una volta alla settimana, facciamo una o due registrazioni ogni sette giorni». Quindi gli affari sono calati? «Dopo giugno c’è stata una ripresa. C’è voglia di uscire e spendere, di rimboccarsi le maniche. La vera ripercussione potrebbe avvenire adesso, siamo in un momento d’attesa».

Ha sempre detto che grazie alle televendite ha guadagnato benone.

«Soprattutto negli anni ’90 e Duemila, quando conducevo anche le trasmissioni al cui interno c’erano le telepromozioni. Mi sono specializzato, sono felice. Oggi, con l’avvento di tante piattaforme, ci sono tanti modi di fare pubblicità. I social stessi sono veicolo di pubblicità».

Le piacerebbe fare altro?

«Sono contento di quello che è fatto, cose buone. Mi diverto ancora e sono sereno. Oggi ho anche una nuova vita a Bormio, una nuova fase con i bambini piccoli. Ho creato un sito di vendita di prodotti locali, “Made in Valtellina”, che è anche un negozio. Sto vedendo produttori, sto spingendo questa attività. Spero comunque di fare televisione ancora molti anni perché con tanti figli e nipoti il miele e le marmellate non bastano: lunga vita ai materassi e alle pentole, quindi».

È vero che pur di non lasciare le telepromozioni ha detto «no» a tutti i reality?

«Sì, perché un lavoro, come vede, ce l’ho. Sarà “solo” il televenditore, mi prenderanno pure per i fondelli, ma è solido. Solo una volta stavo per partire: era la prima edizione di Pechino Express, dovevo andare insieme a mia figlia Natalia ma aveva 17 anni e c’è stato qualche problema con i permessi. Sarebbe stato un bel viaggio, poi me l’hanno offerto di nuovo, ma non è stato possibile. Mi hanno offerto anche Ballando con le stelle, ma andare due mesi a Roma, coi bimbi piccoli, non è fattibile. Ho messo sempre avanti la famiglia».

Rimpianti?

«No, non ho voglia di rivalse. Gerry Scotti mi dice spesso: “Se non ci fossi stato io, tu avresti fatto tante cose”. Chissà».

Ha seguito il Grande Fratello Vip e il caso Leali? Rispetto gli anni ’90, oggi la tv le sembra cambiata?

«Allora c’era più libertà. Oggi c’è più attenzione, viene ingigantito e stigmatizzato ogni singolo passaggio dai social. Conosco Fausto, mi ha fatto tenerezza la sua intervista. Le frasi su Mussolini le abbiamo sentite tante volte, per la generazione di mia madre la parola “n…o” era normale, non offensiva. Bisogna stare così attenti, oggi, che si perde spontaneità. L’eccesso del politicamente corretto non mi piace: giusto non offendere, giusto sottolineare le cose, ma viva la naturalezza».

Ci sono programmi che oggi non sarebbero possibili?

«Drive in non si potrebbe fare. Per non parlare di Colpo Grosso: Smaila sarebbe incarcerato e butterebbero la chiave. Chissà, oggigiorno, come prenderebbero Funari. Meno male che nelle televendite dico sempre le stesse cose, così non posso sbagliare: forse, con la mia comicità un po’ anni ’80, da un reality sarei cacciato subito».

 

 

(Nella foto Giorgio Mastrota)